Alva , ancora avvoltolato nelle coperte del suo letto
decise che per iniziare la giornata, una buona colazione ci poteva stare alla
grande così telefonò al bar di Renzo, .
“Ciao Rè’…come stai?”
“OHILA’ CARISSIMO - scandì ad alta voce il veterano
della tifoseria sampdoriana -
COME VA’?”
“Noncemale - risposi cercando di ricordare il sogno
appena consumato - non è che mi puoi portare il solito caffè? Sai, non sto’
tanto bene e non posso muovermi per…”
“ MA SCHERZI? PER TE QUESTO E ALTRO!!” - disse con il
solito timbro, quindi riattaccò.
Ero discretamente famoso in quella zona.
Tutti meriti guadagnati sul campo.
D’altronde ero stato io a risolvere l’intricato caso
dei furti di elemosine nella chiesetta adiacente a via Bianchi.
In poche parole i furti avvenivano sempre nelle
domeniche dispari e i sospettati potevano essere tutti o nessuno.
Ricordo di aver passato intere giornate a fare la
posta ai vecchietti della zona, quelli con una pensione da fame, ma le mie
indagini non sfociavano in nessuna direzione.
Proprio quando stavo per rassegnarmi, una notte verso
le 23.30, vidi un’ombra furtiva che attraversava il cortile della chiesa. Mi ci
buttai dietro a rotta di collo e, con un gesto da poliziotto americano, placcai
il proprietario di quell’ombra.
“ OH, SANT’IDDIO! FIGLIOLO NON HO NULLA!” - gemette il
don, temendo di essere derubato dall’ennesimo tossico e mollando, en passant
e all’unisono, una scoreggia così fetente da provocarmi i conati di vomito.
“ LEI? E cosa ci fà a quest’ora in questo luogo buio e
malfamato?” - mormorai, cercando aria pura indietreggiando di un passo.
“ Io abito qui! Ricordi?”.
“ Mi scusi don… ero convinto di essere riuscito
finalmente ad acchiappare il ladro
dei giorni
dispari!” - mi giustificai, felice nell’osservare che una leggera brezza si era
levata da mare. Inspirai ed espirai rumorosamente in una sorta di disinfezione
interna.
“ E poi oggi è il 24 Aprile! PARI!” - sillabò il don,
come a voler rimarcare la mia stupidità infinita.
“ Si, si,lo so…è che………….MA CERTO!!! - urlai d’un
tratto - SO’ CHI E’ IL LADRO!”.
“ Chi?” - domandò il sacerdote.
“ Ma chi se non Lei? “ - risposi con una voce alla
Perry Mason.
“ IO?! Ma come ti permetti lurido imbecille, rintronato
nel cervello!” - svalvolò il prevosto, avvicinandosi a me con in mano un
crocefisso stilizzato modello IKEA e assumendo il tono e la postura richiesta
per un perfetto esorcismo.
“ L’ho capito quando mi ha detto che oggi era il 24
aprile, perché oggi NON E’ il 24 aprile! - spiegai con sussiego - oggi è il 23
aprile e per uno strano caso il furto alla elemosina non si è verificato e sa
perché?”.
“ No - rispose il prete con la bava alla bocca e in
evidente stato di alterazione psichica - ma hai l’aria di uno che sta per
dirmelo!”.
“ Ho truccato il calendario a strappo appeso in
canonica!” - dissi cinicamente.
“AHR,AHR,AHR,AHR - rise il prelato vomitando liquidi
verdi insieme a ciocche di capelli di ragazze vergini - E QUESTA E’ UNA PROVA?
TUTTI QUELLI CHE VENGONO IN CHIESA POSSONO ESSERE CADUTI NELL’ERRORE ED AVERE
SBAGLIATO GIORNO!”
“ Certo, tutti possono essersi sbagliati MA NON gli abitanti
di questa zona!” - sentenziai.
“ E PERCHE, COS’HANNO GLI ABITANTI DI QUESTA ZONA DI
DIVERSO DAGLI ALTRI?” - ululò l’uomo di dio appollaiato su una cancellata.
“ Sono analfabeti, quindi non possono aver letto la
data!”
“ MA CHE CAZZO DICI? - sbraitò come un indemoniato -
SONO DEI NUMERI E NON PAROLE!”
Entrai in canonica, presi il calendario e lo girai
verso il prete.
C’era scritto: ventiquattro aprile duemilaequattro.
Si avventò su di me e iniziò a rantolare mollando
crocifissate a destra e manca. Cercai di stare a sinistra per evitare i colpi.
Nella colluttazione, dalle sue tasche, caddero centinaia di monetine da 1
centesimo. Era il corpo del reato. Subito dopo pensai: elemosine da 1
centesimi: analfabeti e barboni.
Cercai di colpirlo con il mio jab destro, rinvigorito
da 2 mesi di palestra alla Virgin Active. Ci riuscii. Ma mi resi subito conto
che 2 mesi erano stati insufficienti.
Allora mi sfilai dalla tasca il contratto della Virgin
con tutti i depliant e la videocassetta intitolata “MENS MALATA IN CORPORE SANO”
e gliela scagliai.
Il prete cadde a terra e iniziò a dissolversi. Ripresi
il tutto con la videocamera e spedii il nastro alla curia.
La chiesa fu rasa al suolo e ci fu una libera asta per
l’appezzamento di terreno. Se lo contesero Castorama e la Q.K.C TRANSPORT di Genova. Vinse Castorama poiché nessun
dirigente della Q.K.C. si presentò il giorno stabilito con la proposta di
offerta, a causa di una riunione per decidere l’offerta da proporre, indetta
alla 10 del mattino. Con un’ora di anticipo rispetto all’asta, ma col fuso
orario di Tunisi! Cose che capitano ai manager in pieno jet - lag.
Questo, in estrema sintesi, è il sunto del caso che mi
fece conoscere in questa zona.
Ritorniamo a noi.
Il suono cacofonico della porta annuncia il mio caffè.
“ LA PORTA E’ APERTA!” - urlo.
E’ Renzo.
“Uu-uun caa-affe-tt-ino beee-lllo beee-llli-nno per
TEEEEEEE!” - entra cantando con la voce roca, provata dal tifo allo stadio.
“ Uèila, servizio a domicilio con musichetta da
abbelinato!” - replico da vero bastardo.
“ Che cosa stai facendo di beeeeee-lll-oooo?”
Renzo è un uomo simpaticissimo. Sui sessanta ( tra le
9 e le 11 ne dimostra non più di 50, a causa dell’improvviso sbalzo termico che
caratterizza la zona di Campi ), alto all’incirca sul metro e 65 ma basso
quanto basta per passare sotto le sbarre di un passaggio a livello in semichiusura
( manovra che effettua spesso e volentieri per accelerare il tempo di rientro
nella sua casa di Nervi [ci tiene a dire che abita nelle zone “bene”] ) . Ha un
sorriso bellissimo che ,ad occhio e croce, deve essere costato non meno di 5000
euri. I capelli, quelli che hanno resistito ad un attacco di “ ALOPECIA
VIRULENTIA “, sono di un grigio tendente al bianco ( ma dalle 17 alle 19 il
colore vira incredibilmente sul castano scuro, a causa degli spostamenti
cromatici in atto a Campi per via delle continue asfaltature indette dal Comune
di Genova nel periodo elettorale).
“ Grazie Renzo, metti la tazzina sul tavolo e
siediti!”
Renzo, con estrema leggiadria, appoggia il tutto e si
sgnacca sul divano zen, preso all’IKEA .
“Mi sembri stanco Rè’,hai fatto le ore piccole?” - chiedo, mentre verso un cucchiaio di
zucchero di cannabis nel caffè.
Lui mi guarda con uno sguardo simile a quello di un bastardino
che è appena stato abbandonato sulla sopraelevata in una afosa domenica di
Luglio.
“ Ma no, no, è che…ho un dubbio!” - risponde con gli
occhi persi nel vuoto.
Mi avvicino a Lui
e lo afferro ad un braccio.
“ Dimmi Rè’…lo sai che di me ti puoi fidare!” -
sussurro con la voce tipica del vigile che ti ha appena beccato a sorpassare in
via Gramsci a 180 all’ora.
Segue un attimo di silenzio all’interno del quale si
sistema, in maniera prepotente, lo sciacquone del vicino accanto.
“ Beh, per farla breve, non reggo più coloro che
entrano nel mio bar; sono stanco di sentire: - ‘e mi dia un caffè ristretto, uno ristretto ma
non tanto caldo , uno caldo ma lungo, un cappuccino con tanta schiuma, con poca
schiuma e il cacao sopra, un marocchino in tazza larga, con poco latte e tanto
cacao, una birra fredda ma non troppo, un ACE versato piano così i preziosi
ingredienti di cui è pregno non subiscono alterazioni bio magnetiche, e per
favore ce l’ha una spuma al gusto di noce dell’India meridionale?, avrebbe mica
da cambiarmi 1800 monetine da 5 centesimi? sò che a voi in un bar servono più
che a me…’ - MA PORCATROIA CHE CAZZO ME NE FACCIO DI 1800 MERDOSE MONETE CHE CI
VUOLE UN CAMION PER TRASPORTARLE? EH? ME LO SPIEGHI?”
Era uno sfogo in piena regola. Stetti ad ascoltarlo in
semisilenzio poiché le mie dita tamburellavano nervosamente sul tavolo
pieghevole in similcompensato, acquistato in scatola di montaggio all’IKEA e
montato in due giorni e mezzo a causa della mancanza di una chiave DETERMINANTE
PER IL CORRETTO ASSEMBLAGGIO e costruita in 3 miliardi di esemplari, tutti nel
villaggio di OKRIBUIJJJGIRST che si
trova a 800 km a nord di Caponord il che vale a dire a non meno di 200 dal Polo
Nord magnetico terrestre.
Povero Renzo. Non si era ancora rassegnato al fatto
che la sua mente non sarebbe stata più come prima, dopo la sprangata presa al
termine della partita Sampdoria - Roma disputatasi a Marassi prima del G8 e
seconda, in termini di violenza gratuita esercitata in 90 minuti, solo agli
episodi di lancio del porfido stradale da parte dei BLACH - BLOCK in Cso.
Italia.
“ Scusa Alva, scusa…è che debbo essere esaurito! Ho
bisogno di ferie anticipate. “ - pigola Renzo, - mentre il suo viso assume un aspetto contorto,
rugoso, come una prugna California appena estratta dalla confezione.
“ No problem! - replico con una certa sicurezza,
acquisita dopo un tot di inculate dalla vita - ti capisco, è tutto un casino
mentale. A volte devi sforzarti per non svalvolare, mi segui Renzo? E’ come se
ogni cosa intorno a noi ci volesse male, ci perseguitasse. Accumuliamo così
tanta energia negativa, durante le nostre giornate, che poi da qualche parte, voglio
dire, se ne deve scappare, capisci Re’?”.
Dopo aver detto questa saggezza, mi alzo perché ho un
prurito al culo così devastante
che mi paralizza ogni pensiero. Mi rendo conto che
grattarmi il tafanario in presenza di ospiti non è cosa, ma devo farlo.
Renzo non si è accorto di nulla. E’ancora immerso nel
suo personale purgatorio mentale che sta valutando l’ipotesi di cambiare vita,
di trasferirsi dall’altro capo del mondo, di far su baracca e burattini e
mandare al diavolo Campi, Genova e la Liguria.
Lo vedo che ad un certo punto ha come un tremito:
scuote la testa e si stravacca sulla sedia che cigola impetuosamente. Il suo
flusso di pensiero è arrivato al punto
X, il punto in cui fai due più due e ti rendi conto che ci vogliono troppi soldi
per farlo, ci vuole troppo tempo per spiegare a chi ti sta intorno che non ti
sei rincoglionito ma soprattutto che sei troppo vecchio per ricominciare da
capo.
Eccolo lì: una bella sbuffata, un sorriso da 5000 euri
ed è di nuovo in piedi.
“ OHILAAA-LAAA-LLA, OHIII-LAAA-LLIII CACCIA 80 CENTS E
ME NE VO’
FUORI DA QUUUU-IIII!!”
Sgancio la pecunia e lo vedo allontanarsi in una
specie di danza maori, sculettando come una vecchia baldracca da porto. Il caro
vecchio Renzo: più giovane lui di qualunque altro pivello nel raggio di 8
miglia marine.
Alva.