Spartanville era il posto in cui Ale & Alva avevano deciso di asserragliarsi per difendere fino all'ultima goccia di sangue il loro onore, la dignità e i 32 cadaveri seppelliti nelle cantine dell'antico maniero che le rispettive famiglie reclamavano.
Per Ale & Alva quei 32 non avevano contato nulla. Li consideravano un intoppo biologico. Una sequenza di DNA errata. Come diceva Alva erano 32 macchine in meno nel traffico dell'autostrada in ferragosto. Ma la polizia era fuori ed era decisa di entrare a qualunque costo. All'interno Ale stava eseguendo un rito tribale, una via di mezzo tra il Voo-Doo e L'Archi Sarchi indonesiano. Era madido di sudore e gli occhi spiritati fissi sul vecchio fucile da caccia del nonno. Alva si stava dipingendo il volto come il capo pattuglia americano , sul fiume Mekong, alla ricerca del generale Kurtz nel film Apocalyps Now. Il vecchio lampadario inviava nella stanza vecchia di secoli, una luce criptica, fredda e obsoleta. I quadri degli antenati di Ale osservavano la scena e, dato che erano dipinti e morti da tempo non proferivano parola. Si stava per andare in scena. Da lì a non molto tutto sarebbe finito. Si guardarono intorno. Si abbracciarono. L'atto finale della loro vita era già scritto. Domani sarebbe stato pubblicato su tutti i giornali. Ma per adesso erano vivi e ben decisi a diventare sabbia nei coglioni degli sbirri là fuori. Ale & Alva: Acquafangossacementoarmatoesangue. E sarebbe stato proprio il sangue l'elemento principale di questo epilogo. ( continua...)