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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

venerdì 2 settembre 2016

WHAT ELSE?


DA CHI SIAMO COMANDATI?

Vi siete mai chiesti quali siano  gli effetti paradossali dei meccanismi che governano la carriera aziendale dei vari Direttori Sanitari, Direttori di Struttura e, in generale, tutti quelli a voi gerarchicamente superiori e che hanno fatto carriera?

Vi siete mai domandati almeno una volta, a livello di pensiero, perché quando questi personaggi parlano in pubblico oppure scrivono proclami destinati ai sottoposti,  vi si insinua prepotentemente nella testa l’idea che possano essere idioti? Beh,tranquillizzatevi; non si tratta di invidia o di stress né tanto meno di burn-out  condito da populismo di  basso livello ma solo che potreste avere scientificamente ragione a motivo del Teorema di Peter, noto anche come principio di incompetenza, 

Esso fu formulato nel 1969 dallo psicologo canadese Laurence J. Peterin un libro dal titolo The Peter Principle, pubblicato nel 1969 in collaborazione con l'umorista Raymond Hull. Il saggio ebbe una notevole fortuna letteraria e ha conosciuto numerose edizioni e traduzioni.

« In una gerarchia, ogni dipendente tende a salire di grado fino al proprio livello di incompetenza »

Il Teorema di Peter va inteso nel senso che, in una gerarchia, i membri che dimostrano doti e capacità nella posizione in cui sono collocati vengono promossi ad altre posizioni. Questa dinamica, di volta in volta, li porta a raggiungere nuove posizioni, in un processo che si arresta solo quando accedono a una posizione poco congeniale, per la quale non dimostrano di possedere le necessarie capacità: tale posizione è ciò che gli autori intendono per «livello di incompetenza», raggiunto il quale la carriera del soggetto si ferma definitivamente, dal momento che viene a mancare ogni ulteriore spinta per una nuova promozione.
Dal principio di Peter discende il seguente corollario:

« Con il tempo, ogni posizione lavorativa tende a essere occupata da un impiegato che non ha la competenza adatta ai compiti che deve svolgere. »

Ne consegue anche che risulta cruciale, per l'organizzazione, il lavoro svolto da quei lavoratori che mostrano di essere capaci nella loro posizione, non avendo ancora raggiunto il livello di incompetenza. Ne consegue che, in un'organizzazione:

« Tutto il lavoro viene svolto da quegli impiegati che non hanno ancora raggiunto il proprio livello di incompetenza. »

Il principio di Peter, applicato alle organizzazioni umane, può essere considerato un caso speciale di una formulazione più generale:

« Ogni cosa che funziona per un particolare compito verrà utilizzata per compiti sempre più difficili, fino a che si romperà. »

La paternità di tale enunciato è dell'accademico William R. Corcoran, che lo formulò a seguito delle sue ricerche per sviluppare azioni correttive da adottare nella gestione degli impianti nucleari. Corcoran rilevò, infatti, la tendenza a utilizzare apparati, dimostratisi efficaci per un determinato lavoro, per compiti per i quali detti apparati non erano stati concepiti; a titolo di esempio, l'uso di aspirapolvere per aspirare fumi e sostanze tossiche in luogo degli appositi sistemi di aspirazione, oppure l'affidamento a impiegati amministrativi della redazione dei piani di emergenza invece di incaricare di tale compito gruppi di lavoro con competenze specifiche sul tema.
Peter applicò il medesimo principio alle strutture umane valutandone gli effetti complessivi sul funzionamento delle organizzazioni partendo dalla considerazione che, in un'azienda gerarchica, le promozioni degli impiegati sono funzione diretta delle capacità dimostrate nello svolgimento dei compiti loro assegnati. In altri termini, finché costoro si dimostrano in grado di assolvere ai compiti assegnati, essi vengono promossi al livello immediatamente superiore, nel quale devono assolvere compiti differenti. Alla fine del processo gli impiegati hanno raggiunto il proprio «livello di incompetenza», ovvero la condizione in cui non sono più in grado di svolgere i compiti assegnati e pertanto non hanno più alcuna possibilità di avanzamento, ponendo così fine alla propria carriera nell'organizzazione.
L'incompetenza non dipende dal fatto che la posizione gerarchica elevata preveda compiti più difficili di quelli che l'impiegato è in grado di svolgere bensì, più semplicemente, di natura diversa da quelli svolti in precedenza e che richiedono quindi esperienze lavorative che l'impiegato solitamente non possiede. Per esempio, un operaio tornitore che svolgesse il suo lavoro in modo eccellente potrebbe essere promosso caporeparto, posizione in cui, tuttavia, potrebbe non essere più essenziale di per sé l'abilità a manovrare il tornio quanto l'imprescindibile capacità di trattare con il personale sottoposto.
Il funzionamento del principio fu oggetto di modellizzazione matematica  attraverso la quale fu dimostrata la sua validità teorica per le simulazioni. La simulazione matematica ha mostrato come un'organizzazione può aggirare gli effetti negativi del principio di Peter e guadagnare in efficacia adottando principi casuali per l'attribuzione delle promozioni.
A tutti noi è capitato di dire almeno una volta che i ruoli più blasonati o quantomeno importanti, sono spesso ricoperti da incompetenti o da raccomandati: a tutti è passato per la testa di essere comandati da degli emeriti imbecilli ma anche a tutti, almeno qualche volta, è passata per la testa questa frase “Beh, se è li un motivo ci sarà”.
In effetti c’è, e pare che dia ragione al fatto che chi comanda, ad ogni livello, sia un testone o quantomeno un incompetente:


“Un individuo inserito in una scala gerarchica inizia l’attività con un ruolo preciso, svolgendo compiti precisi.
Se svolge bene i suoi compiti viene 'promosso', passando a compiti diversi. Dopo un certo tempo, se anche questi nuovi compiti vengono svolti bene, scatta una nuova promozione. Tali promozioni portano a posizioni dette apicali che, per definizione, devono essere occupate da persone con una spiccata attitudine a risolvere problemi.
Il gioco delle promozioni continuerà così fino al momento in cui l’individuo non sarà più in grado di svolgere i compiti assegnatigli. Da quel punto in avanti non avrà più promozioni. Ha raggiunto il massimo della sua carriera. Per cui ecco il principio: In ogni gerarchia, un dipendente tende a salire fino al proprio livello di incompetenza. Da questo principio discende che ogni posto chiave tende potenzialmente ad essere occupato da un incompetente, un soggetto cioè in grado di creare più problemi di quanti possa risolverne. Il che spiega molte cose sul funzionamento di parecchie istituzioni.”