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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

lunedì 7 dicembre 2015

Questo sono io.




La mia casa al sole mi aspetta con gioia e contemplazione. Io mi prendo tutta la pazienza possibile perciò non ho né malinconia né solitudine e la mia condiscendenza è infinita. Ogni giorno mi sveglio e faccio le cose che fanno gli altri,cioè la barba e tutto il resto. Oggigiorno pensando alle cose che ho scoperto mi trovo, con grande pazienza, in solitudine. Le feste che avvengono in Liguria dal 29 giugno al nono dell’altro mese, mi rendono felice e contento anche se ho perduto i genitori. Io prego vicino alle loro tombe anche se non mi sentono. Per questo sono felice e contento. L’aria che respiro mi dà un fremito di felicità .Nella palestra , della struttura in cui lavoro, mi diverto molto con gli operatori e i ragazzi. Ogni tanto prendo i frutti impossibili dagli alberi e li offro ai più sfortunati; con la mia felicità vedo questo posto come una zona incantevole,anche se non lo è. Ora, per esempio, dovrò passarci sette ore. Quasi tutti i giorni sono qua e saluto i colleghi, i ragazzi, le ausiliarie, il direttore e altri personaggi che gravitano intorno a questo non luogo. Quando esco di qui vado sempre a vedere il mare a Chiavari. Il cammino che faccio è molto lungo. E’ per questo che le mie gambe sono sempre in forma. Questo è tutto per oggi. Domani ci sarà un’altra vita e con gioia io me la passerò molto bene. Il mio terreno, a Lavagna, ha 70 alberi di ulivo e quando è all’incirca fine novembre lascio cadere le olive per terra, scelgo le migliori e le metto in salamoia. Quando viene notte, di solito prendo un’aspirina e vado a letto. L’aspirina mi serve per sognare. Ecco il sogno che ho fatto ieri :


“…ero in uno scalo di navi dove io ero il padrone assoluto. La mia nave, era piena di incrostazioni e si dovevano fare i lavori. Ho caricato sigarette, bottiglie di champagne, delle cozze, qualche coniglio e un cinghiale. Fatto ciò la nave è potuta ripartire e la sua scia luminosa lasciava bianche tracce sul mare. Verso le tre ho visto 5 stelle luminose, pian piano si avvicinavano al mare. Ho preso un fucile ed ho sparato 5 colpi in aria e le stelle si sono trasformate in cinque lune. Io, vista questa trasformazione ho bevuto un bicchiere di whisky e sono andato nella mia cuccetta a dormire. Ad un tratto mi sveglio di soprassalto. La nave stava affondando. Avevo sbattuto contro gli scogli di un isola deserta. Con fatica, sono riuscito ad arrivare sulla spiaggia di quell’isola  selvaggia. Prendo un coltello e mi arrampico su di un albero di cocco. Aperto il cocco ne bevo il succo. Ad un certo punto vedo arrivare dei primitivi con le canoe che, una volta toccata terra, cominciano a danzare. Improvvisamente scende una grande pioggia che bagna tutte le piante. Sembrava piangessero. Dopo che le piante ebbero finito di piangere le 5 stelle sparirono lentamente nella volta del cielo. Una scialuppa prese il mare sulla scia della nave affondata. Sulla scialuppa caricai cibi e medicine per soccorrere i naufraghi dopodichè salpai verso il mare aperto. Incontrai balenotteri tigre e squali minacciosi. Dopo mi trovai in assoluto silenzio sulla linea dell’equatore ed il sole mandava i suoi raggi sul mare. Riflettevano sull’acqua. Decisi di ritornare sulla stessa isola dalla quale ero partito. L’isola era a ferro di cavallo ed ero contento di quello che avevo. Dopo qualche anno, però, ero stanco di tutto quel mare e sabbia, quindi alzai la vela alla scialuppa e ripresi il mare. Passarono 5 lustri, ritrovai il Continente. Una grande folla mi aspettava sventolando fazzoletti di lana. Io, finalmente, potevo toccare ferro e baciare il molo. Tra queste persone c’era mio padre che mi diede un bacio molto lungo e mi lasciò scivolare nelle mani una bottiglia di Jack Daniel’s. Dopo averla scolata cominciai a passeggiare per il molo. L’aria fresca del mare mi fece venire fame. Presi un panino e della mortadella. Mangiai tutto. Arrivò l’ora del pranzo ma, soddisfatto di quello che avevo già mangiato mi venne sonno e mi addormentai. Sognai qualcosa di lungo e pesante. Finito il sogno andai a fare una doccia e ripresi a camminare per il molo. Incontrai una grande folla che salutava le navi che entravano in porto. Fu allora che vidi la nave “Tortuga”. Salii a bordo e salpai alla ricerca di terre lontane. Il mare era calmo. La notte era lunga e arieggiata. Il cielo sereno. La nebbia non permetteva alla nave di mantenere la rotta ma il sestante con le stelle faceva il punto nave quindi riuscimmo a cavarcela. Avvistammo la terra. Era una terra selvaggia. Sorrisi. Ero vecchio, ormai, così li attesi sulla Tortuga e giocai a carte con la notte…”



                                                                                                      Alva