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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

sabato 14 settembre 2013

L'ingegnere aeronautico.

Alvaro arrivò all'aeroporto in perfetto orario. Le strade di New York, a quell'ora del mattino, erano ancora scorrevoli e il tassista, un cingalese, durante il tragitto gli aveva raccontato i particolari del matrimonio di sua figlia che si sarebbe celebrato da lì a non molto. Alvaro aveva ascoltato ma con distacco. Era ancora immerso in una sua personale considerazione su quello che la sera prima, alla Sala Congressi dello Sheraton, aveva esposto al solito pubblico : ministri e alte cariche del dipartimento aviazione americano, piloti civili e militari. Alvaro era un ingegnere aeronautico di fama mondiale. Aveva supervisionato e periziato centinaia di casi in cui un incidente aereo diventava misterioso. La solita esigenza, soprattutto delle compagnie assicurative, di conoscere se vi era stato un errore umano o un malfunzionamento dell’aeromobile. Pensava anche agli applausi ricevuti, alle strette di mano, alle facce che gli promettevano conferenze nei posti più disparati del mondo .

“Ha solo una valigia, signore?”

 Alvaro riemerse da quei pensieri e si accorse della ragazza del check-in che gli sorrideva. Si, si, rispose e, consegnato il ticket, si avviò al Gate numero 11. L’imbarco fu immediato. L’ hostess della Alitalia, con un sorriso, gli indicò la zona dell’aereo in cui avrebbe dovuto sedersi. Una volta individuata la poltroncina si accomodò, allacciandosi subito le cinture di sicurezza. Sfilò dalla tasca della giacca la mascherina per gli occhi ma prima di indossarla pregò la hostess di non disturbarlo per l’ora di colazione poiché aveva sonno arretrato da smaltire. La ragazza lo rassicurò. Poi, con un gesto meccanico, fatto chissà quante volte, la indossò e in un buio confortevole sprofondò istantaneamente nel sonno.

“Signore, si svegli! Signore, mi sente? Signore?”

Si sfilò la mascherina e, con uno sguardo appannato, vide il viso della hostess abbozzare un sorriso che sapeva essere di circostanza ma sostanzialmente triste. Diede, d’istinto, un’occhiata all'orologio: erano passate circa 3 ore.

“ Cosa succede?”
 “Può seguirmi in cabina di pilotaggio?”
 “Certo che posso, ma cosa sta succedendo?”
 “Non ho idea. Il comandante mi ha detto di chiamarla.”

 Mentre si avvicinavano alla prua dell’aereo, la sua attenzione cadde su una sensazione a livello uditivo. Era come se mancasse qualcosa. Era come se…come se il rumore di fondo dei jet non fosse così netto e delineato. Quando varcò la soglia della cabina venne informato che il velivolo stava perdendo potenza inspiegabilmente. Si era tentata ogni manovra. Il suo udito non lo aveva ingannato.

“Stiamo scendendo di quota?”
“Si.”
“Qual è il rateo di discesa?”
“Preoccupante rispetto alla perdita di potenza.”

 Perdita di potenza. Sapeva esattamente di cosa si trattava.

 -Indicata con P, la potenza disponibile, se si utilizza energia chimica come sorgente, è l'energia disponibile nell'unità di tempo. Questa è costituita da due termini: il primo dovuto alla portata in massa di combustibile (o di propellenti) per l'energia per unità di massa fornita nella combustione ed il secondo dovuto all'energia cinetica posseduta dal combustibile (o dai propellenti) trascinati dal veicolo nel quale sono stivati. Indicando con V la velocità del veicolo, con M la massa del combustibile, con Q il potere calorifico del combustibile (l'energia che può essere fornita bruciando un'unità di massa di combustibile), si ha quindi che: …-

 “Signore? A cosa sta pensando? Le viene in mente qualcosa circa il rendimento propulsivo del velivolo? Nel qual caso noi…”

 Rendimento propulsivo? Ma certo! Era la sua materia preferita!

-Una parte della potenza del getto viene persa sotto forma di energia cinetica residua del getto. Di ciò si tiene conto nel coefficiente di rendimento propulsivo, il rapporto tra potenza propulsiva e potenza del getto o, il che è lo stesso, tra il lavoro impiegato per la propulsione ed il lavoro fornito al fluido. La potenza propulsiva può essere scritta come la spinta del motore T moltiplicata per la velocità di volo V mentre la potenza del getto può essere scritta come la differenza di energia cinetica del flusso nell'unità di tempo e quindi il rendimento propulsivo subirà un decremento, dopo alcuni passaggi matematici, nella ragione di…-

“Signore? Sta bene signore?”

 Scosse la testa e alzò un braccio come in un segno di comprensione. Poi disse che se non avessero trovato un luogo d’atterraggio entro pochi minuti i motori si sarebbero fermati. Calò il silenzio. Erano nel mezzo dell’Oceano Atlantico ed era gennaio. Lentamente Alvaro uscì dalla cabina, camminando lungo il corridoio tra i passeggeri ignari. Precipitare sull'acqua non era una bella cosa.

 -C'è una evidente distinzione tra un ammaraggio controllato (che è comunque una manovra di emergenza) e uno schianto non controllato con l'acqua. Quest'ultimo può portare alla distruzione dell'aereo, analogamente a quanto può accadere in un impatto contro il suolo.-

 Ad un certo punto si fermò. Guardò attentamente tutte quelle persone e pensò che erano un pubblico molto differente da quello a cui lui era abituato. Improvvisare una conferenza non avrebbe risolto le cose. Quando arrivò al suo sedile ci si sprofondò dentro e con calma attese che il display “ Allacciare le cinture di sicurezza” si illuminasse. Guasto meccanico o errore umano? Sorrise. Qualcun altro, a posteriori, lo avrebbe stabilito.

                                                                                                                          Alvaro.

Apocalypsblues

Non è il tempo che passa
siamo noi che passiamo.
Il peso del mondo
è la negazione dei sogni
nel pensiero della costruzione di un miracolo
e di un’umanità ardente di purezza.
Riposati senza amore, mia cara
dormi senza sogni,
non essere ossessionata da angeli vendicatori
o da desideri estremi di annientamento.
Sei una bellissima pazza!
Si, tu lo sei!
Il tuo peso grava senza nulla avere
se non il pensiero
di una solitudine di eccellenza.
Hai visto il tuo tiepido e meraviglioso corpo
fremere al buio mentre la mia mano si muove?
No!
Il centro della tua carne è vibrante di felicità
mentre l’anima
ha sempre ceduto a se stessa.
Sei l’allucinata del tuo Iddio.
Corri attraverso i  misteri!
Vomita le nostalgie di un’altra vita!
Il problema è sempre l’anima.
Perdoniamo a chiunque la loro innocenza.
Siamo lontani.
Ignari.
Siamo giovani stranieri
dietro alla realtà di uno smistamento ferroviario
davanti a un fiore di parole d’asfalto
con un batuffolo di cotone intriso di sangue
che è rimasto dentro la mia tasca per trent’anni.
Ti offro un fiore, mia dolce ragazza.
E’ un brutto fiore spinoso
un fiore industriale,
un fiore disoccupato,
un fiore di guerra e strazio
un fiore ceduo che risale verso il cielo,
un fiore di tristezza e pianto.
Un maledetto fiore di questo maledetto mondo che è al termine.
Ma ora
mia cara e radiosa (ma non solare) donna
assaggia la mia bocca nel tuo orecchio:
e sappi che il 31/12/2013 saremo ancora vivi.
Io e te.
Insieme a Ray Charles
dentro un blues
chiamato Apocalisse.



                                                                                            Alvaro