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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

giovedì 16 ottobre 2014

Domani?



 Ho deciso che domani prendo il treno e me ne vado a Sestri Levante a mangiarmi un gelato. Massì, dai, voglio togliermi da questa città sempre immersa nell’acqua solo quando la pioggia è  più forte del normale. Sono stanco di assistere all’ennesima lotta del fiume Bisagno che tenta di riprendersi il suo antico alveo. Alla mia età ho già visto troppe alluvioni e troppe persone soffrire proprio per questa causa. Se cerco nei ricordi di quando lavoravo al S. Martino, le facce di quelli che arrivavano al Pronto per le ferite più strane durante un alluvione erano incredibilmente nitide. Non sapevi mai se le sofferenze più grandi le davano quelle gambe o braccia spezzate, quelle ferite su tutto il corpo, causate dal trascinamento della forza dell acqua esondata da uno dei  tanti fiumi ‘blindati’di Genova oppure lo strazio interno per la perdita di tutto, ma proprio tutto, di quello che avevano. Le facce dei morti, invece, era facile scordarle anche perché morire affogati nel fango ti cambia completamente la fisionomia. Passi un bel po’ di tempo a pulire i loro corpi e i loro visi per renderli presentabili e quando pensi di aver fatto un buon lavoro eccolo lì di nuovo, il fango, che esce dal naso, dalla bocca per continuare a sporcare quella povera gente. Quante volte ho pensato: domani mi licenzio e me ne vado in un altro posto, in un'altra città, magari nel nord est dove le cose funzionano un po’ meglio. Ma poi pensavo anche che dovevo resistere, che mi mancava poco alla pensione e che una volta pensionato avrei fatto quello che volevo. Infatti, stasera, ho deciso che domani farò quello che voglio e cioè mi andrò a prendere un gelato a Sestri Levante. Ho già visto gli orari: partenza 11.20, arrivo 12.17. Una bella passeggiata sul lungomare e poi via nel carruggio, in quella gelateria dove lo fanno così buono. Al ritorno ci penserò, tanto a casa, non ho nessuno che mi aspetta. Mia moglie è morta da molti anni e non ho figli. Ho solo qualche amico. A proposito di amici: quasi quasi vado al bar di Brignole a bere qualcosa e a fare due chiacchiere. Sono stanco di guardare il Bisagno attraverso i vetri della mia finestra di casa.  Che ora sono? Quasi mezzanotte! Dai Aldo! Mettiti una cerata e vai a fare due passi. Tranquillo,non ci sono problemi! Ricordati che adesso il comune di Genova usa i modelli matematici per avvisare la popolazione in casi di vero pericolo. Mentre scendo le scale per uscire rido al pensiero dei modelli matematici che prevedono il prevedibile ma non possono nulla contro l’imprevedibile. Esco dal portone del palazzo, costeggio il marciapiede sotto una pioggia fortissima e vedo che il bar del mio amico Marco è ancora aperto. Entro per salutarlo.

" Dove vai Aldo con questo tempo? Non sarebbe meglio starsene a casa?"

" Va là Marco, quanta pioggia abbiamo visto io e te? E poi ho deciso di tornare a casa domani!"

" Domani?"

" E’ quasi mezzanotte e quando tornerò a casa sarà gia domani" – gli dico con un sorriso.

" Stai attento Aldo!"

" Vado e torno, ciao Marco!"

Esco ma prima di andare decido di controllare a che livello è il Bisagno.
Non credo ai miei occhi: è diventato un mostro impetuoso.
Sarà meglio rimandare l’uscita a domani.
Dopo la mia gita fuori porta a Sestri Levante e il gelato nel carruggio.
Massì, dai, domani il Bisagno sarà certamente più bass…………………..

L'ONDATA DI PIENA MI HA TRAVOLTO!
RESPIRO ACQUA E FANGO.
FANGO.
IN BOCCA, NEL NASO, NEGLI OCCHI.
CHI ME LO TOGLIERA' DALLA FACCIA,DOMANI?
  

( In memoria di Antonio Campanella, morto annegato il 9 Ottobre 2014 durante l'alluvione di Genova .)