VOTAMI!
"Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."
venerdì 14 ottobre 2016
giovedì 13 ottobre 2016
martedì 4 ottobre 2016
The falling man.
Volo ormai libero
in quest’aria newyorchese
e solo la mia cravatta frivola
che svolazza
sembra legarmi ancora
a quel mondo di prima.
Chissà perché penso a Max
che faceva i panini al bar dell’angolo
e all’ascensorista della Torre Nord che mi sorrideva sempre;
mi viene in mente anche Mary del piano di sotto
con quei corti capelli scolpiti col gel;
e poi Malcom e Alex che avevano voglia di successo.
Erano tutti giovani. Non più di vent’anni.
Da oggi,
le loro madri
non metteranno più il solito piatto sulla tavola.
Per ciascuna di loro ci sarà un vuoto terribile ed
incolmabile.
E per me?
Beh, io so di morire innocente,
so che qualcuno mi ha fatto del male,
e mentre attendo ormai solo l’impatto
mi sento un uomo con il cuore nuovo
perché per quattrocento metri
o mio Signore
ti ho supplicato di perdonarli.
lunedì 3 ottobre 2016
domenica 2 ottobre 2016
Un ricordo.
La domenica era un giorno speciale. Arrivavano i
parenti. La nonna iniziava a cucinare alle sette del mattino. Ed erano ravioli
alla carne, gnocchi, pollo alla cacciatora, insalata russa, bollito misto con
bagnetto, almeno due torte farcite e biscotti vari. L’unica deroga in quella
fatica immane era il gelato, sempre coppe all’amarena, che mi mandava a
comprare al bar sotto casa. Gli zii arrivavano solitamente verso le 12.30.
Sapevano che la nonna non tollerava i ritardi quindi, crollasse il mondo, si
doveva essere intorno alla tavola non oltre le 12.45. Andò avanti così per anni
fino al giorno in cui, per cause a me sconosciute, entrarono in casa alle
13.30. Ricordo ancora che la nonna, verso le 12.50 ci fece sedere a tavola e ci
ordinò di iniziare il pranzo anche senza di loro. Quando arrivarono, dopo
essersi profusi in mille scuse, si sistemarono anche loro intorno al tavolo. Lo
zio a capotavola, sua moglie accanto a lui, mia cugina accanto a mia zia e il
suo fidanzato accanto a me. Si chiamava Dario. Lavorava alla Carello di Torino,
una fabbrica dell’indotto FIAT. Era un ragazzone di un metro e ottanta con un
sorriso disarmante. La nonna in silenzio, iniziò a servire in tavola. Lei si
sedette per ultima. Iniziarono a mangiare sempre in silenzio. D’un tratto Dario disse:
“ COMPLIMENTI ,SIGNORA, SONO PROPRIO BUONI!”.
Si riferiva ai ravioli. La nonna sorrise. Erano
davvero buoni. Meravigliosi frammenti di gioia sensoriale.
Continuarono a mangiare. Tutti si aspettavano che la
nonna sbottasse in qualche reprimenda o in una delle sue proverbiali citazioni
in dialetto piemontese, destinate a
essere ricordate per sempre. Invece non
disse nulla fino a quando, dopo aver servito il caffè, con un filo di voce, in
una specie di cantilena, dichiarò:
“
D’ANCOI A IO’ FINI ED FE’ DA SERVA A VUIOCER”.
Che tradotto significa: DA OGGI
HO FINITO DI FARE LA SERVA PER VOI.
E così fu. Da
allora, alla domenica, la nonna cucinò solo per me e mia madre.
Dopo quasi 25 anni, una sera, mentre mia nonna era sul
balcone di casa sua, poco prima di morire, ripensando a quell’episodio, mi
chiese se in quell’occasione fosse stata troppo severa. Le risposi di si.
Rimase pensosa per un po’ per poi rivolgersi a me chiedendomi:
“ COSA NE DICI DI ANDARE A PRENDERE DUE GELATI ?”Mi
diede una banconota con un sorriso e io, come 25 anni prima, scesi le scale del
caseggiato a rotta di collo per andare a prendere due coppe all’amarena nel bar
di sotto.
Alvaro.
sabato 1 ottobre 2016
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