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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

giovedì 2 dicembre 2010

                            Malinowski (il poeta).


...ti ho incontrato
una sera d’estate
a San Sebastian

nel nord della Spagna;

stavi seduto su  una piccola sedia di tela sporca,

e al tuo fianco avevi una specie di bancarella
su cui campeggiavano i tuoi libri e le tue fotografie...

mi ha affascinato la tua lunga barba ben curata,
il modo in cui stavi seduto, con la gamba sinistra sopra il ginocchio destro;

avevi delle scarpe molto vecchie, ma pulite e lucide...

 leggevi  un libro (non tuo) sulla rivoluzione spagnola...

davi l’impressione di essere molto assorto
e la gente che passava si chiedeva (compreso me)
come facevi ad essere così impassibile
di fronte al caos che regnava tutt’intorno...


...e ho pensato: - vecchio lottatore, è un privilegio guardarti, per me,
a quest’ora della sera,

che scorre come acqua,

mentre gli alberi, illuminati dalla luna, si rifrangono nei miei occhi spenti
come vecchi fari
incagliati tra scogli secolari...

ah, se solo Dio fosse qui,
ad assaporare
il mio sublime stato di contemplazione
tra acqua, cielo, sabbia e chi mi sta di fronte...

creature instabili
si aggirano nervosamente
come sciami di vespe
intorno a me

Ma tu no, Malinowsky, tu sei nel tuo personale nirvana...

e io ti guardo
mentre con fare saccente
ti sfogli, con cura, un libro
di cui,probabilmente, non ti interessa nulla.

Dove sono i tuoi pensieri?

Dov’è l’uomo che sà quel che vorrebbe avere?

Dov’è il profeta di se stesso?

I poeti muoiono bambini o troppo vecchi;

e in entrambi i casi
il tempo a loro disposizione
è sempre poco
per quello che vorrebbero dire.

Ma Tu no!

Tu, Malinowsky, di cose ne hai dette
anzi ne hai scritte...

ma soprattutto ne hanno scritte su di te,
il poeta girovago
che viaggia in solitudine
che scrive villanie sui potenti
che stringe la mano a Picasso
che espone decine di fotografie
che lo ritraggono sempre a fianco di qualcuno che conta...

Malinowsky...il poeta di strada
che legge assorto l’ultimo capitolo di un libro
da quattro giorni
sempre a pagina 345...

e la gente che passa
ti ammira come un quadro di Dalì,
incapace di frenare la loro ammirazione
per cotanta plasticità...-
E’ questo ciò che ho pensato
davanti a Malinowsky.

Davanti al suo libro “ VIENTO”
e al suo ultimo “VIENTO 2”.

Davanti a tutto ciò che aveva.

Davanti a una bancarella,
dodici fotografie,
otto libri stampati male,
un sacco di fogli scritti a mano,
tre lampadine da 80 watt che illuminano il tutto,
una sedia di tela sporca

e un anziano poeta;
seduto con la gamba sinistra sopra il ginocchio destro,
con una barba ben curata,
due scarpe vecchie ma pulite e lucide,

che legge un libro (non suo),
con aria assorta,
da quattro giorni,

sempre a pagina 345.                                        

                                                                


                                                                                     Hal

Buon Compleanno.

                                      Buon compleanno.

Sul display
del lussuoso ascensore
nella Torre nord
apparve il numero 77.
La porta si aprì
e lui uscì insieme ad altre persone.
Si diresse
con passo veloce
verso la porta del suo studio
il numero 32
lato est.
Quando varcò la soglia
trovò lo sguardo
della segretaria
che incrociò il suo.

“ BUON COMPLEANNO!” - disse nervosamente, quasi ad alta voce.
“ Grazie!” - rispose lui compassato, gettando un'occhiata all'orologio digitale posto su un ripiano.
Segnava le 08.20. dell'11 Settembre 2001. 
Era di nuovo un anno più vecchio.
Entrò in ufficio.
Accese il computer.
Si tolse la giacca e  slacciò i polsini della camicia.
Andò in bagno e mise le mani sotto il getto fresco dell'acqua.
Inspirò ed espirò un paio di volte.
La segretaria entrò silenziosamente in ufficio,appoggiò una tazza di caffè bollente sulla scrivania dell'uomo e altrettanto silenziosamente uscì.
Era una calda mattina di Settembre e il sole iniziava a filtrare violento delle finestre.
Si diresse verso una di esse per socchiudere la veneziana ma all'esterno, sovrapposto al meraviglioso skyliner dell'isola di Manhattan, vide l'enorme sagoma luccicante
di un aereo che si dirigeva verso di lui.
Chiuse la veneziana e girò le spalle al destino.
Con gli occhi sbarrati osservò il suo Breil da parete: segnava le 08.39.
Il video del suo pc attendeva la password.

“ 11/09/1963” - pensò.
La sua data di nascita.
Buffo morire lo stesso giorno dello stesso mese della propria nascita.

A volte
capita che in certi momenti
quando ci si trova
davanti all'inevitabilità della morte
si dicano frasi importanti
o si compiano gesti eroici.

Ma lui tacque.
Osservò la tazza con il caffè bollente.
Il profumo era invitante.
Gli venne solo di allungare il braccio per cercare di afferrarla.



                                                                                                       Hal