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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

martedì 6 settembre 2016

Ale, il miracolato!

Ale aveva la fissa di nuotare fino al largo, troppo al largo nel suo amato Mar Ligure savonese.
Quella volta, però, qualcosa di tremendo lo attendeva al varco. Erano i primi di settembre,il
mare era ancora tiepido e invitava al consueto cimento natatorio. Lui non ci pensa neppure 
un po'. Si tuffa, indossa le sue amate pinne sgangherate, ultratrentennali; in qualche minuto è
al largo ,felice di solcare come un siluro quell'acqua tanto adorata. Si ferma alla seconda boa,
quella molto distante dalla riva. Vede qualcosa, a venti-venticinque metri sulla sinistra mentre
ballonzola pigramente tendendosi alla boa stessa, cullato dalle onde. Non ci sono dubbi,
è una pinna verticale anzi, a ben guardare, sono due e poi tre. Il poveraccio è raggelato:
sono tre verdesche,squali dei nostri mari non eccessivamente grossi di taglia ma sufficienti,
uno solo di loro, a infliggere ferite anche mortali; per non parlare poi di quando sono in
gruppo. Le tre sagome ormai sono nitide. Si avvicinano decise, puntano alla sagoma
semi-sommersa di Ale, forse interpretandolo come un mammifero insolito ma sicuramente
interessante dal punto di vista del nutrimento che le  proteine del suo corpo nudo rappresentano.
Fu in quei secondi che come una folgorante ispirazione, la memoria gli ripropose una vecchia
Preghiera che insieme a sua zia e a suo padre, in un secondo tempo, soleva recitare tutte le
sere da bambino e da ragazzo prima di addormentarsi: eccolo in preda alla disperazione più
nera, le silhouette agili e verdeggianti dei tre squali sono a 5-6 metri da lui mentre un fiotto
di calda urina scivola in mare,oltrepassando il suo costume-boxer,egli ora sta recitando
il Padre Nostro. Lo fa a occhi chiusi rimettendo tutta,ma proprio tutta,la sua anima a
Dio. Dio,questo strano Personaggio,questo Padre per troppo tempo considerato lavativo ed
assente da un figlio tendenzialmente degenere e prodigo quale Ale ha provato di essere,per
decenni.E QUALCOSA ACCADE: ...e liberaci dal male...la pronuncia piangendo come un
bambino,la frase,rassegnato a ricevere la giusta punizione per le malefatte della sua vita,eppure
conservando un pizzico di speranza nella Misericordia del Padre,come la definivano
i religiosi della sua infanzia.Riapre gli occhi,le pinne sono scomparse,così come le sagome
sinistre dei tre pescecani. Lentamente,di dorso,piano piano,spinnando all'andatura di un
vecchio ottantenne,Ale riapproda alla riva,e il suo mondo,la sua vita,la sua testa,il suo
cuore, non sono più gli stessi,nè mai torneranno ad esserlo,fortunatamente,o sarebbe
il caso di dire,per Grazia ricevuta.