Conobbi Alvaro alla metà degli anni '70. Era un buon
diavolo. In lui spiccava una curiosità fresca e anticonvenzionale che me
lo rese subito amico gradito. Era un tipo dai modi semplici. Modesto e curioso
ma un po’ strampalato a causa della sua tipica andatura dinoccolata, causata
dagli stivaloni camperos che amava indossare. Non era un litigioso,nè un
violento;tutt'altro. Ogni tanto se ne usciva con delle fisime sue,tipo le insidie dello spiritismo-fai-da-te o la fissa di fare il
filo a ragazze decisamente irraggiungibili,magari appostandosi nei pianerottoli per ore.
A volte gli riusciva il colpaccio quindi lo potevi incontrare mentre faceva le vasche nella via centrale della città ( fare le vasche= percorrere lentamente avanti e indietro il corso centrale),in compagnia di belle signorine. Aveva un solo difetto:prendere per il culo,con frizzi e lazzi relativamente innocui,i ragazzi più grandi,ovviamente da distanza di sicurezza salvo poi darsela a gambe levate appena i provocati davano segni di volerlo coprire di mazzate. Una volta coinvolse anche me. Ricordo che ci salvammo a stento in una officina meccanica in cui un operaio-delatore ci consegnò ai bullacci di turno e ne uscimmo vivi solo grazie all'intervento di una ragazza,nostra compagna di uscite,che dissuase i bruti dal massacrarci. Ce la cavammo con due sberle e un paio di calci in culo. L'ultima volta che l'ho visto stava trafficando attorno ad una Harley-Davidson 250. Da allora sono passati tantissimi anni. Un giorno lessi in rete che era finito in galera, in Brasile, per aver affrontato e ridotto a mal partito tre sub-comandanti dei famigerati "squadroni della morte" (squadracce assassine che eliminano i ragazzini delinquenti delle periferie di Rio,semplicemente sopprimendoli). Temetti per la sua vita e lo ammirai segretamente. Sua madre mi disse che lo avevano sottoposto ad una rappresaglia in carcere con il seguente esito: tre dita spezzate, la mascella fracassata e l'asportazione della milza ma mi disse anche che con 3 mesi di infermeria si era ripreso.
Le ultime notizie me le ha inviate lui da Aubagne ,Francia: erano scritte dietro una foto in cui lui campeggiava, in tutta la gloria del suo metro e novanta, dentro al centro di reclutamento della Legione Straniera, fiero e spavaldo con a tracolla un fucile d'assalto FAMAS e una P.A. 9mm infilata nella cintura . Mah! E’ proprio un'inguaribile testa calda,figlio dell' addestramento spietato nel corpo dei parà, risalente a più di trenta anni addietro. Che Dio lo protegga,il mio amico Alvaro.Se ritorna qui vivo giuro che gli offrirò una megacena,a base di tagliatelle al ragout e scaloppine alla panna,annaffiate da nebbiolo di Alba. Lui ne andava pazzo.
A volte gli riusciva il colpaccio quindi lo potevi incontrare mentre faceva le vasche nella via centrale della città ( fare le vasche= percorrere lentamente avanti e indietro il corso centrale),in compagnia di belle signorine. Aveva un solo difetto:prendere per il culo,con frizzi e lazzi relativamente innocui,i ragazzi più grandi,ovviamente da distanza di sicurezza salvo poi darsela a gambe levate appena i provocati davano segni di volerlo coprire di mazzate. Una volta coinvolse anche me. Ricordo che ci salvammo a stento in una officina meccanica in cui un operaio-delatore ci consegnò ai bullacci di turno e ne uscimmo vivi solo grazie all'intervento di una ragazza,nostra compagna di uscite,che dissuase i bruti dal massacrarci. Ce la cavammo con due sberle e un paio di calci in culo. L'ultima volta che l'ho visto stava trafficando attorno ad una Harley-Davidson 250. Da allora sono passati tantissimi anni. Un giorno lessi in rete che era finito in galera, in Brasile, per aver affrontato e ridotto a mal partito tre sub-comandanti dei famigerati "squadroni della morte" (squadracce assassine che eliminano i ragazzini delinquenti delle periferie di Rio,semplicemente sopprimendoli). Temetti per la sua vita e lo ammirai segretamente. Sua madre mi disse che lo avevano sottoposto ad una rappresaglia in carcere con il seguente esito: tre dita spezzate, la mascella fracassata e l'asportazione della milza ma mi disse anche che con 3 mesi di infermeria si era ripreso.
Le ultime notizie me le ha inviate lui da Aubagne ,Francia: erano scritte dietro una foto in cui lui campeggiava, in tutta la gloria del suo metro e novanta, dentro al centro di reclutamento della Legione Straniera, fiero e spavaldo con a tracolla un fucile d'assalto FAMAS e una P.A. 9mm infilata nella cintura . Mah! E’ proprio un'inguaribile testa calda,figlio dell' addestramento spietato nel corpo dei parà, risalente a più di trenta anni addietro. Che Dio lo protegga,il mio amico Alvaro.Se ritorna qui vivo giuro che gli offrirò una megacena,a base di tagliatelle al ragout e scaloppine alla panna,annaffiate da nebbiolo di Alba. Lui ne andava pazzo.
Alvaro,maledetto pazzo sclerato!
Torna presto nella tua fottuta e disastrata Italia.
Il tuo amico del cuore.
Sandro.