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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

giovedì 20 settembre 2012

Lettera a mio padre.


Caro papà,

sai che ti ho visto l’altro ieri?

Camminavi come se te la fossi fatta nei pantaloni.

La tua faccia
sembrava una prugna secca
&
i tuoi occhi
due palline da ping-pong usate da troppo tempo.

Di denti & capelli nemmeno l’ombra.


Sai: mi hai quasi fatto compassione

& mi sono chiesto:

ma dov’è finito
il lurido bastardo di una volta?


quello sempre sicuro di se stesso,
quello a cui le donne non dicevano mai di no,

quello che mi diceva sempre
che non contavo un cazzo

& che non sarei mai stato nessuno?


“...a due metri da me devi stare!!questa è la giusta distanza!”

Questo è quel che dicevi
ogni qualvolta
esprimevo un concetto
diverso dal tuo.


Poi
quando mi vedevi abbassare lo sguardo
dalla vergogna,

dalla tristezza,
dalla rabbia,
dall’umiliazione

& dall’odio

allora correvi ai ripari & con la tua voce da coglione mi dicevi:

“…sono cose che si dicono nel nervoso!”

anche se sapevo
che eri sempre lo stesso vecchio stronzo
che galleggiava intorno a me.


Debbo dire
che non mi è dispiaciuto
quando ho saputo che stavi morendo di cancro

dopotutto
chi la fa, l’aspetti.

E sai una cosa?
Non mi mancherai!


D’altronde
tra non molto
tutti & due saremo felici

di essere due metri
uno distante dall’altro

con la sola differenza
che tu sarai sottoterra

chiuso in una bara

a marcire.


Da parte mia
è ora che ti dica questo:

fottiti e vai all’inferno
maledetto figlio di puttana.                


                                                                                                  Alva. 

1 commento:

  1. L'acme dell'aprezza emotiva derivante da un durissimo rapporto irrisolto tra padre e figlio.Splendidamente espressa,senza edulcorazioni formali.

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