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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

sabato 16 marzo 2013

Al poeta.


Devi scrivermi tu.
Devi raccontarmi.
Parla delle infinite strade
e degli umori del mondo.
Sii speciale.
Non dare nulla per scontato.
Scrivi l'angoscia delle nebbie notturne,
maestre di poesia.
Scrivi dei tramonti, ma dalla parte del sole.
Non pensare.
Non fare parola.
Io devo essere scritta da te.
Io che non ho stanchezze;
che non ho giorni amari;
che non ringrazio nessuno.
Io che volo alta
e che non sento il tuo esilio.
Devi scrivermi tu.
Io che non ho tempo se non il tuo.
Che non conosco il piacere
né la disperazione.
Devi scrivermi tu.
Io ti appartengo.
Lasciati morire nel pensiero del verso eccelso.
Io ti aspetterò.

Nell'armoniosa
           solitudine
                 del mio foglio bianco.


                                                                          Alvaro.


1 commento:

  1. ...adorabile il verso che accenna alla vita del poeta come "esilio",e naturalmente non posso non ritrovarmi appieno nel concetto di "armoniosa solitudine". Bellissima poesia dove la poesia stessa parla al poeta,identificandosi in una virtù eterea,impercettibile,platonica, e pertanto, perfetta,in quanto avulsa dal dolore,come,peraltro, da qualunque altra emozione. Mi torna alla mente la "nolontà" di Schopenhauer.

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