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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

mercoledì 15 febbraio 2017

Dal diario di Alvaro, Operatore Socio Sanitario in età avanzata.


Lavagna, 15 febbraio 2017. Ore 22.10.

" Nel mondo si prende la gente per quel che dichiara di essere; ma qualcosa bisogna pur che dichiari. Si sopportano più facilmente le persone moleste, di quanto si tollerino le insignificanti.
Si può imporre tutto alla società ma non ciò che ha una  conseguenza. Non è quando gli altri vengono da noi che li conosciamo; siamo noi che dobbiamo andare da loro, per scoprire quel che veramente sono. Trovo quasi naturale che si muovano ogni sorta di critiche ai propri colleghi, che li si giudichi, non appena se ne sono andati, in modo tutt'altro che benevolo: abbiamo infatti il sacrosanto diritto di valutarli secondo il nostro criterio. In simili casi perfino le persone assennate ed eque difficilmente si astengono da aspre critiche. Quando siamo noi invece ad essere stati in visita dagli altri e li abbiamo visti nel loro ambiente, con le loro abitudini, nelle loro necessarie e inevitabili condizioni di vita, come agiscono sul mondo circostante o come vi si adattano, allora ci vuole della stupidità e della cattiveria per trovare ridicolo ciò che, per più di un aspetto, dovrebbe sembrarci rispettabile.
La compagnia delle donne è il fondamento delle buone maniere.
Come può il carattere, la personalità individuale, coesistere con l'educazione?
Nella vita in generale, così come nella società, i maggiori vantaggi li ha il militare colto.
I guerrieri, se rozzi, sono almeno fedeli al loro carattere e poiché, il più delle volte, dietro la forza si nasconde una certa pseudo tolleranza, in caso di bisogno ci si può intendere anche con loro.
Se grossolano, nessuno è più irritante di un borghese. Da lui, infatti, ci si attenderebbe la finezza visto che non deve occuparsi di cose rozze .

Vivendo con persone che hanno una delicata sensibilità per le convenienze, si è in ansia per loro quando capita qualcosa di sconveniente.
Non c'è alcun segno esteriore di cortesia che non abbia una profonda ragione morale. La vera educazione è quella capace di trasmettere insieme e questo segno e questa ragione.
Il comportamento è uno specchio nel quale ciascuno mostra la propria immagine.

I folli e le persone intelligenti sono innocui. I mezzi matti e i mezzi saggi, questi sono i più pericolosi.
Quello che voglio dire, giunto ormai ad una età in cui mi posso permettere di dire quello che penso senza per questo essere tacciato di qualunquismo o alla stregua di un demagogo dell'ultima ora è che per me il lavoro è il mezzo che mi serve per sentirmi partecipe di questo carrozzone sgangherato chiamato esistenza.
Non ho velleità da protagonista e non mi interessa sapere tutto di ogni cosa.
Conosco quello che mi serve e lo uso per fare il mio lavoro nel miglior modo possibile.

Solo vorrei continuare a fare il mio cammino senza avere zavorre psicologiche, causate da terzi per motivazioni legate esclusivamente al loro di cammino.
Quando lavoro mi concentro. Cerco di essere al meglio e di evitare di commettere errori grossolani ( gli altri, quelli più subdoli, continuano ad accadere, soprattutto legati alle condizioni psicofisiche dell'individuo e alla sua storia personale poiché ancora in  troppi  si presentano al lavoro fisicamente ma in realtà sono ancora nelle loro case a discutere con i propri familiari, chiunque essi siano).

Talvolta mi capita di parlare con una persona, il più delle volte un/una collega che è presente come se fosse un ritratto. A volte, invece, è lei/lui a parlare a me con una tale foga e coinvolgimento che si ha quasi l'impressione che senza di essa nulla di positivo potrà mai accadere in quella giornata.

Non siamo mai soddisfatti del ritratto di una persona che conosciamo. Per questo ho sempre compianto i ritrattisti.
Dovrebbero includere nel ritratto il rapporto che ciascuno di noi ha con la persona raffigurata, la simpatia o l'avversione nei suoi confronti. Non dovrebbero semplicemente rappresentare la loro idea di una persona., bensì l'idea che ciascuno potrebbe averne.

E' molto difficile lavorare nei luoghi come quelli in cui lavoro io e decine di migliaia di altri colleghi sparsi in tutto il mondo; ma mica perché ci sono anziani da accudire, psichiatrici da tutelare e milioni di altri disgraziati affetti dalle più svariate patologie di cui prendersi cura: no! E' difficile svolgere le proprie mansioni quando al tuo fianco hai dei soggetti esausti mentalmente, demotivati o iper motivati al parossismo; paranoici inconsapevoli, bipolari o affetti da delirio di onnipotenza con annessa la sindrome del Messia( lasciate che i poveri malati vengano a me!).

Sono stanco di loro , non di dieci ore notturne o sette diurne!
Loro sono il mio lavoro più pesante.

Sono come quelle lapidi infossate e consumate dai passi dei fedeli, crollate sui loro sepolcri. Anche la vita dopo la morte, per chi ci crede ovviamente, può seriamente sembrarci una seconda vita nella quale si entra con il badge della speranza.

Questi poveri coglioni non sanno che questa loro esistenza, presto o tardi si spegnerà e che gli unici difetti che sarà permesso loro di conservare  saranno quelli che avranno generato lusinghe e dolci parole anziché ferite."