Tra non molto, spero, diventerò cristiano
e smetterò di respirare
la mortifera
aria di questo sistema.
Ma c’è un
pericolo:
ed è che
dopo essere sfuggito a questa atmosfera
ne sarò continuamente adescato e risucchiato.
La sfida starà nell’essere in questo mondo
senza farne
parte
come la
luce:
essa ci
illumina
e disperde
le tenebre
afferrando
le estremità della terra
e "scuotendo
via i malvagi".
Non solo la
luce è essenziale a ogni forma di vita
e per
qualsiasi movimento,
ma accresce
di molto la bellezza e la gioia della vita.
C’è qualcuno
che può dire
di averla mai
afferrata oltre alla polvere?
Per di più
gli oltre 90 elementi di cui si compone il corpo umano
si trovano
nella “polvere del suolo”.
Una volta un
chimico osservò che un corpo umano adulto
si compone
per il 65 per cento di ossigeno,
per il
18 per cento di carbonio,
per il
10 per cento di idrogeno,
per il
3 per cento di azoto,
per
l’1,5 per cento di calcio,
per
l’1 per cento di fosforo
e per il
resto di altri elementi.
Che queste
stime siano proprio esatte ha scarsa importanza.
Il fatto è
che eravamo polvere
e prima di
ritornare ad esserlo
ognuno di noi
vivrà la sua agonia.
Lasciate però che
vi racconti la più
terribile agonia che la storia ricordi.
Il
protagonista è Gesù e il luogo il giardino
dei Getsemani.
Gesù
termina di pregare, lui e gli 11 apostoli fedeli intonano cantici di lode.
Quindi scendono dalla stanza superiore, escono nella notte fredda e buia e
attraversano di nuovo la valle del Chidron in direzione di Betania. Lungo la
strada però si fermano in uno dei loro luoghi preferiti: l’orto di Getsemani,
situato sul Monte degli Ulivi o nelle vicinanze. Qui, fra gli olivi, Gesù si è
riunito spesso con gli apostoli.
Lasciando
otto degli apostoli, forse nei pressi dell’entrata dell’orto, Gesù ordina loro:
“Sedete qui mentre io vado là a pregare”. Poi, presi gli altri tre, Pietro,
Giacomo e Giovanni, si addentra nell’orto. Gesù comincia ad essere addolorato e
gravemente turbato. “L’anima mia è profondamente addolorata, fino alla morte”,
dice loro. “Restate qui e vigilate con me”.
Allontanatosi
un po’, Gesù si prostra e, con la faccia a terra, comincia a pregare con
fervore: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice. Tuttavia, non
come io voglio, ma come tu vuoi”.
Cosa intende dire? Perché è ‘profondamente
addolorato, fino alla morte’?
Si sta forse
ritraendo dalla decisione di morire e di provvedere il riscatto?
Niente
affatto! Gesù non chiede che gli venga risparmiata la vita. Solo l’idea di
evitare di offrire la sua vita in sacrificio, come una volta gli era stato
suggerito da Pietro, gli ripugna. Piuttosto, Gesù è in agonia perché teme che
il modo in cui tra breve morirà, come uno spregevole criminale, arrecherà grave
disonore al nome del Padre suo. Egli si rende ormai conto che entro poche ore
sarà messo al palo come una persona della peggiore sorta: un bestemmiatore! È
questo che lo turba così tanto.
Dopo aver pregato a lungo, Gesù torna e trova i tre apostoli
addormentati. Rivolgendosi a Pietro, dice: “Non avete potuto vigilare con me
nemmeno un’ora? Vigilate e pregate di continuo, per non entrare in tentazione”.
Ma poiché riconosce che sono stati sottoposti a grande tensione e che l’ora è
tarda, aggiunge: “Lo spirito, certo, è desideroso, ma la carne è debole”.
Gesù si allontana quindi una seconda volta e chiede a Dio di rimuovere
da lui “questo calice”, cioè la porzione assegnatagli da Suo Padre, la Sua
volontà per lui. Quando torna, trova di nuovo i tre che dormono, mentre
avrebbero dovuto pregare per non entrare in tentazione. Gesù parla loro, ma
essi non sanno che cosa rispondere.
Infine per la terza volta Gesù si allontana, alla distanza di circa un
tiro di pietra, e inginocchiatosi prega, con forti grida e lacrime: “Padre, se
lo desideri, rimuovi da me questo calice”. Gesù soffre intensamente perché la
morte che farà come se fosse un criminale coprirà di disonore il nome del Padre
suo. Essere condannato come bestemmiatore — uno che maledice Dio — è
quasi insopportabile per lui!
Tuttavia, continua a pregare dicendo: “Non ciò che io voglio, ma ciò che
tu vuoi”. Ubbidientemente sottopone la propria volontà a quella di Dio. A
questo punto appare un angelo dal cielo che lo rafforza con parole
incoraggianti. È probabile che l’angelo dica a Gesù che ha la piena
approvazione del Padre suo.
Ma quale peso grava sulle spalle di Gesù! È in gioco la sua vita eterna
e quella dell’intera razza umana. La tensione emotiva è enorme. Perciò Gesù
continua a pregare con maggiore intensità, e il suo sudore diviene come gocce
di sangue che cadono al suolo.
“Pur essendo
un fenomeno molto raro”, osserva un periodico medico (The Journal
of the American Medical Association), “la
sudorazione ematica . . . si può verificare in caso di emozioni
estremamente forti”.
Non mi viene
altro in mente.
Il pensiero
di questa agonia
toglie spazio
a qualunque altro pensiero.
Alvaro.