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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

martedì 5 agosto 2014

Il pesce finto.

Anche quel martedì sera,come da tradizione ormai consolidata,squilla il campanello alla porta.
Sono le 19 circa. Francesca va ad aprire,con la sua solita andatura calma e posata:lei odia correre o affrettarsi perchè ciò denoterebbe un atteggiamento ansioso,sanguigno,apprensivo,in una parola:mediocre e plebeo. Non che Francesca sia donna snob o altezzosa,ma è in lei presente il germe della autoreferenzialità perenne, caratteristica questa che la pone fra gli esseri umani incapaci di non sentirsi compiaciutamente aristocratici nell'anima.
" Ciao Francy,come stai oggi?Scommetto che sei già affamata,eppure ho potuto avere il tonno fresco soltanto mezz'ora fa,ce lo ha portato un collega,che ogni tanto si rifornisce da un pescatore che rientra spesso nel pomeriggio. Almeno ‘sta volta usiamo un ingrediente all'altezza!"
Chi ha appena parlato è Marina,la grande amica di Francesca. Marina è esuberante,sportiva,guida una Ducati Monster depotenziata  e ogni tanto si concede il vezzo di perdere le staffe; insomma è una donna alla mano,schietta e diretta,ma anche molto dolce.
 "Ciao,carissima!"  Le due amiche si abbracciano,e in quel mentre le raggiunge Andrea, il compagno di Francesca,uomo solido,affidabile,ma col difetto di essere stringato nel parlare.
"Ciao,Marina,cos'è ‘sta novità del tonno fresco?" domanda,incuriosito e,per la verità,anche un po' preoccupato.  
"Niente, Andre,è un piccolo strappo alle regole,o meglio,alle nostre non-regole perchè solo gli stupidi non cambiano mai" 
Dimenticavo di dirvi che Marina ha un solo difetto clamoroso: è battutara di natura e  non aderisce per niente allo stile di vita sobrio e controllato di Andrea nè condivide la misura e l'attenzione controllata tipiche di Francesca.
I tre si portano in cucina dove un capace pentolone su fuoco lento sta lentamente  rosolando un pastone ,apparentemente indegno,composto di patate in quantità industriale,spiaccicate a caso e acciughe salatissime. E' la serata del "finto pesce",ovvero un preparato di dubbia finezza,basato su patate,acciughe e tonno. Il pastone immondo viene poi smistato su un recipiente artigianale a forma di pesce. Non è niente male come gusto,a parte un po' il salato delle acciughe...
"Il tonno fresco potrebbe essere stato manipolato da persone poco attente alla pulizia!" E’ il commento di Andrea,asciutto e velatamente critico.  
" Tesoro,dai,Marina ci ha fatto un  bel regalo,vuoi mettere le solite lattine all'olio di oliva? Così dozzinali,scontate,mediocri"
"Cara,lo so,hai ragione,ma io amo la tradizione,specie quella del mio credo religioso,sai bene che il Talmud ebraico prevede un certo rigore igienico e diverse norme per preparare il pesce e il cibo in generale"
"Andre,che noia,ma devi sempre essere così pignolo?" - azzarda Marina,conscia della serietà perfino un po' smaccata con cui Andrea cita le norme culinarie del cibo koscher, ovvero cibo cucinato secondo i migliori crismi della tradizione gastronomica ebraica.
"Voi due non la smetterete mai di punzecchiarvi"
E' il commento signorilmente intimidatorio di Francesca.

"Ora vi mostro come si ripulisce affinchè apprendiate"-  prosegue Andrea,mentre inizia la sbudellatura accurata del pesce fresco.  
"Franci,non è questione di punzecchiare,è che io adoro tutte le cucine del mondo,e poi lo sai che sono una apolide,mi piace variare,piluccare un po' qui e un po' là,non escludo nessuna cucina straniera,ma di certo preferisco la sostanza alla forma: il cibo dev'essere gustoso,e non mi tange più di tanto che sia preparato secondo schemi precisi o inesorabilmente prefissati!" E' la replica energica di Marina,la quale da anni impegna singolar tenzoni con Andrea, sia riguardo al cibo sia riguardo a tematiche più profonde,come le religioni.
Alla fine i tre si siedono a tavola. Francesca ha gli occhi lucidi e, con un affascinantissimo strabismo di Venere, osserva il finto pesce sul tavolo a destra e qualche grado a sinistra che le fa controllare la disposizione delle posate accanto al suo amato Andrea.
“ Hai messo la forchetta dopo il coltello!”  - proferisce stizzita Francesca.
“ E allora?” – risponde Andrea.
“ Ti prego, dolce amore mio, scala di un posto le posate…non fare il cafone!”
Andrea, con un gesto lento e misurato scambia di ordine le posate e intanto intona una vecchia canzone ebraica.
“ Gam gam gam ki elekh…la,la,la,la,lalalala…”
Francesca si alza di scatto.
“ ORA BASTA ANDREA, SONO STANCA DELLE TUE ILLAZIONI PSEUDO NAZISTE CIRCA I MIEI MANIERISMI DA BON TON! BASTAAAAA! E’ INUTILE CHE TU CANTI LA VECCHIA CANZONE CHE I TUOI PREDECESSORI INTONAVANO POCO PRIMA DI ESSERE GIUSTIZIATI AD AUSCHWITZ! IO SONO UNA DONNA GIOVANE E HO DIRITTO A VIVERE COME TALE. TU MI DENIGRI. TU INFANGHI IL MIO DESIDERIO EDONISTICO! TU…TU…INSOMMA…TU NON SEI ALLA MIA ALTEZZA!”
Queste ultime parole si inseriscono nello spazio come cunei dilatatori che spingono ai loro antipodi per allontarli sempre più.
Marina continua a mangiare e ridacchia al pensiero di come la scena andrà a finire. Nella sua rubrica, il giorno dopo, ha in programma la visione di un film al multisala della Fiumara di Genova ma, visto come stanno andando le cose, un film migliore e gratuito sta deliziando i suoi occhi e le sue orecchie .
Andrea si alza di scatto e proclama:
DONNA, TU NON COMPRENDI! NESSUNA DONNA, A MOTIVO DELLO STESSO ESSERE DONNA, POTRA’ MAI CAPIRE! TU LO SAPEVI CHE L’EBRAISMO 

GRAZIE AL PRIMO EBREO DELLA STORIA, ABRAMO, IL PRIMO DEI PATRIARCHI EBREI, SI AFFERMÒ COME RELIGIONE RIGOROSAMENTE MONOTEISTICA? LA PRIMA DI QUESTO TIPO AD ESSERE DOCUMENTATA NEL TERRITORIO DELLE POPOLAZIONI CANENEE
PER CASO, MIA DOLCE FRANCESCA, SAPEVI ANCHE CHE L'EBRAISMO INCLUDE UN VASTO CORPO TESTUALE, LE PRATICHE, LE POSIZIONI TEOLOGICHE E LE FORME ORGANIZZATIVE DI VITA? HAI MAI SAPUTO CHE NELL'AMBITO DELL'EBRAISMO ESISTONO VARIE CORRENTI E MOVIMENTI, LA MAGGIORANZA DEI QUALI È EMERSA DALL'EBRAISMO RABBINICO, CHE AFFERMA CHE DIO HA RIVELATO LE SUE LEGGI E COMANDAMENTI A MOSE'SUL MONTE SINAI NELLA FORMA SIA DI TORAH SCRITTA SIA DI TORAH ORALE?

Francesca era provata. Deglutì di colpo preoccupando immediatamente Marina, logopedista di fama nazionale, circa un suo imminente ab injestis che non avvenne.

“ Andrea, by jove, contieniti!” – fu la reazione verbale dell’apodittica Francesca.

Marina sghignazzava tra una porzione e l’altra di pesce finto.

“ Sai cosa è il matrimonio per noi maledetti ebrei, mia meravigliosa Francesca? E’, da una parte, un accordo privato tra marito e moglie codificato da un contratto nuziale, e dall'altro un impegno che la coppia assume nei confronti della Comunità, in ottemperanza a quanto scritto nella Genesi e cioè: "Crescete, moltiplicatevi e popolate la terra". Per l'ebraismo la vita solitaria è una sventura, il matrimonio senza figli un disastro e una buona moglie il maggior bene che si possa augurare ad un uomo!”

Francesca aveva probabilmente la pressione tra una massima di 180 ad una minima di 65. Il suo cuore pompava sangue che il sistema nervoso gli imponeva di pompare ma a tutto c’era un limite. Diede un’occhiata al suo ultimo acquisto: una borsa  Louis Vitton color arancio e beige con fronzoli pistacchio. Un sorriso di compiacimento gli tagliò il viso. Poi , vincendo una sottrazione neuronale apoplettica, tentò una replica.

“ ANDREA,IO PENSO CHE…”

“BEH, MIA CARA FRANCESCA, LASCIA CHE IO TI DICA COSA PENSO CON UNA BARZELLETTA EBRAICA:

Tre figli ebrei lasciarono la loro casa, si resero indipendenti e prosperarono. Quando si riunirono di nuovo parlarono dei regali che avevano potuto fare alla loro madre.
Il primo disse: Io ho costruito una casa enorme per nostra madre.
Il secondo disse: Io le ho mandato una Mercedes con l'autista!
Il terzo disse: - Vi ho battuti entrambi: voi sapete quanto piaccia alla mamma leggere la Torah e sapete che non ci vede molto bene. Io le ho mandato un gran pappagallo marrone che sa recitare la Torah nella sua interezza. Ci sono voluti 20 anni a 12 rabbini per insegnarglielo. Io ho contribuito con 1 milione di dollari all'anno, per vent'anni, ma ne è valsa la pena. Mamma deve solo nominare il capitolo e lui lo recita!
Poco dopo Mamà inviò le sue lettere di ringraziamento.
Scrisse al primo figlio: Maurizio, la casa che hai costruito è così grande. Io vivo in una stanza sola, ma devo pulire tutta la casa.
Scrisse al secondo figlio: Mosè, sono troppo vecchia per viaggiare. Resto tutto il tempo in casa, quindi non ho mai usato la Mercedes.
Scrisse al terzo figlio: Carissimo Manuel, sei stato l'unico figlio che ha avuto il buon senso di sapere cosa piace a sua madre. Il pollo era buonissimo!”

Cadde il silenzio nella stanza.
Francesca iniziò a ridere. La seguì Marina che, con un mezzo rutto, contribuì ad esacerbare la situazione. Andrea, con una manovra leggiadra, si sedette e attese che finissero di ridere.
Poi prese a ridere anche lui.
Erano tre amici.
Tre anime proiettate in questo mondo assurdo.
In quel martedì il loro obiettivo era stato quello di mangiare un pesce finto.
Da lì a non molto lo avrebbero finito tutto.
Insieme.

                                                                                                                A&A