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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

sabato 29 gennaio 2022

Riunione di Equipe.

 “Inutile star qui a cincischiare dottor  Fenestrelli ; come può vedere dalle facce gli operatori sono tutti in subbuglio; vorrebbero una riduzione degli straordinari e l'ammodernamento delle strutture. Così è proprio un inferno!”   Piera Cirio è la  veterana del gruppo: una cicciona placida e benevola ormai prossima alla pensione.


“D'accordo Piera, proverò a farlo capire alla direttrice sanitaria ma non ti garantisco niente. Da quando è arrivata qui, coi suoi modi da preside ottocentesca, non riesco più ad intavolare una minima discussione utile. Sentiamo cosa mi propongono gli altri”

“Non c'è proprio niente da proporre, vacca miseria ladra! Io ci metterei quella a fare la vita che facciamo noi!”   

A imprecare è Lardelli, un infermiere che lavora in questa lugubre piccionaia da circa venticinque anni. Lardelli, detto "Lardo" (per via anche della sua mole addominale) è il boss della squadretta di operatori, infermieri ed educatori addetti alla gestione di una trentina di psicodeviati di vario genere.  Guido Fenestrelli, neuropsichiatra della struttura, comprensivo e buono come il pane, ora deve mediare tra una ciurma sull'orlo dell'ammutinamento ed una direttrice giovane ma vecchia dentro e antipatica quanto il classico gatto che ti si artiglia ai testicoli e non accenna a mollare la presa.

“Ok, Lardo, dimmi quali sono le priorità e vedrò di proporre un piano di lavoro.”

“Belìn,le priorità sono che io ne ho le balle piene di dover rincorrere tutti i giorni quello sfigato del Cipretti! L'altro giorno me lo sono trovato che sfruculiava dentro le mutande della vecchia novantenne. Lui che ne ha 22! E io a cercare di togliergli le mani dal sedere della vecchia e lui a rinfilarle di continuo per poi annusarsele. A un certo punto mi sono stufato e l'ho spinto via con un calcio nel di dietro! Santo cielo, non posso mica aspettare tutte le volte che mi arrivi la autorizzazione scritta della "signora" per usare la levolsulpiride! La prossima volta lo rovino di botte!”

“Qui non si rovina un bel niente! Diamine...che maniere sono mai codeste?”

Virginia Floppi, la direttrice,  entra in sala personale in quel preciso istante. E' sui 50 anni ma il suo atteggiamento la assimila più ad una ultrasettantacinquenne inacidita.

“Signora...finalmente è arrivata! Stavo dicendo alla Piera e al dottore che il Cipretti va sedato sempre perché quello lì è una bestia!”

“La levolsulpiride è potente e va somministrata secondo criteri appropriati; non mi dia in escandescenze alla guisa di un volgare bifolco, signor Lardelli!”

“Bifolco io? Allora ci provi lei col Cipretti. Solo ieri mi ha sputato in faccia tre volte nella mattinata!”

“Ha ragione Lardo, signora Floppi! Mi scusi, io sono nuova di qui, mi chiamo Laura Cinisi e nei turni di notte ho il settantenne sordomuto che lascia regolarmente il suo letto e si intrufola nel reparto femminile: l'ho sorpreso a masturbarsi cioè...diciamo a cercare di masturbarsi, vista l'età e il risultato scarso dei suoi tentativi di stare a  cavalcioni sulla giovane dislessica mentre quella, giustamente ,urlava tentando di colpirgli ripetutamente i genitali con una ciabatta con lui che mugolava come un ossesso. Ho lo stesso problema di Lardelli; se lei non ci autorizza a fare l'uso che riteniamo giusto della levolsulpiride almeno ci dia il nulla osta per l'uso immediato del "rispo" che è in diverse situazioni è risultato molto efficace nel calmare i più scalmanati.”

“Sono oltremodo spiacente, esimia signorina, di doverla ragguagliare circa l'evidente  distonia concettuale inerente al suo reclamo: il rispo, come lo chiama lei, peccando di patentemente esigua professionalità, è una molecola di recentissima sperimentazione; se io dovessi autorizzare le novelline par suo a somministrare risperidone come fosse acqua, mi renderei correa di un'evidente interpretazione fallace del protocollo medico”.

“Ma porca assassina, come diavolo parla, signora?”  A intervenire così bruscamente è Alvaro, un valligiano del Piemonte sud orientale, da molti anni residente in Liguria e da circa otto mesi assunto in prova.

“Alvaro, come si permette? Un po' di buona creanza, cribbio!"

“Buona creanza un par di balle, mi scusi eh...adesso le spiego io come funziona questo casino. Lei lo sa che tutti i giorni dobbiamo sfacchinare fino a 10 ore, includendo gli straordinari e ci facciamo un mazzo così, comprensivo di manipolazione di liquidi organici dei pazienti, pulizie forzose dei loro siti di degenza, sputi in faccia e, nel migliore dei casi, le vecchiette che se la fanno addosso ogni due per tre. E che dire dei quattro giovani disadattati psicotici che ti mostrano di aver defecato, esibendoti le mani copiosamente coperte di cacca? E tutto questo per quella miseria di stipendio che lei ci elargisce generosamente? Ma mi faccia il piacere, lei e la sua parlantina da professoressa dell'800!”

“Calmati Alvaro, ora ne parleremo con calma. La direttrice ed io te  lo promettiamo!”.

Fenestrelli è la persona più pacata che ci sia mentre Alvaro, sanguigno e schietto quanto una scorreggia, un metro e novanta per cento chili di peso e un fosco passato nella Legione Straniera si siede, trattenendo a stento un accidente all'indirizzo della Floppi.

“Però abbiamo diritto a un orario più umano! Io, per esempio, ho dovuto addirittura attaccare la mattina alla notte per l'assenza di una collega influenzata e quando sono tornata a casa, mio marito mi ha detto che puzzavo di vomito: per forza! Il paziente più giovane mi ha vomitato addosso dopo aver mangiato la segatura del gatto con quello che conteneva!”

A parlare è la Milly Martinelli, la "bellona" del gruppo, regolarmente insidiata dai pazienti di ogni età; lei non usa molto i farmaci quanto le sue ginocchia nel senso che placa i bollori degli sventurati molestatori in erba a suon di ginocchiate nei testicoli.

“Signora Martinelli, io sono costretta a ribadirle che non transigo! Sono stata resa edotta sulla tremenda fattispecie che la concerne: lei non può percuotere i  pazienti sulle loro parti intime e poi venire a lamentarsi da me! Acciocché non accada più, lei è sospesa per tre giorni dal servizio!”

“Sospesa? Ma brutto spurgo di fogna! Io ti scateno il sindacato contro e poi la vedremo, vecchia nana deforme!” In effetti la Floppy era oltremodo bassa di statura e camminava dondolando a motivo di una scoliosi infantile.

La protesta esplode in un parapiglia generale tra la Martinelli che strapazza per il camice la direttrice, Lardo che rimedia un doloroso calcio tra le gambe nel tentativo di dividere le due, Alvaro che scaraventa un tavolo sulla scrivania senza avvedersi che la povera Piera stava lasciando la sua sedia e quindi colpendola sulla testa: la semi-obesa Cirio stramazza a terra, stecchita come un coniglio e la sua vescica si rilascia, inondando di urina il pavimento.
Alvaro, in preda alla rabbia più pura, afferra la porta dell'ufficio, la scardina e la lancia dalla finestra sulla macchina appena acquistata dalla Martinelli. Poi, in preda al panico e , dispiaciuto del gesto, fugge in preda al panico. Qualcuno ha avvisato i carabinieri che intervengono pochi minuti dopo tra le grida della Floppi del tipo:

"Per carità, sottoposti, calmatevi, Gesummio, non trascendete! Di grazia, lei,  si ricordi di non mancare di rispetto alla sua superiore in gerarchia, signora Martinetti!” 

“ Mi chiamo Martinelli, brutta  handicappata putrescente raccomandata di questa cippa. Adesso
ti scaravento dalla finestra ,così vendico anche il Lardo e  ti leverai dai maroni che qui non ti vogliamo più!”
 Urlando questa frase si affaccia alla finestra e realizza che la sua meravigliosa Fiat 500 ha il tettuccio sfondato dalla porta dell'ufficio lanciata da Alvaro. In silenzio biascica qualcosa tipo :cosa? chi? ma? perché? Poi con calma scende nel cortile e abbandona il gruppo come sconfitta. 

Altri operatori e infermieri si lasciano contagiare dal casino tipo rissa da saloon e, in mancanza di meglio, corrono nei reparti alla caccia di poveri mentecatti intempestivamente beccati nell'espletazione delle loro usuali "marachelle" psicopatiche: quando i carabinieri intervengono sono necessari i rinforzi da Genova per sedare questa edizione riveduta e  corretta delle rivolta dei Ciompi. Dopo i primi accertamenti della polizia, magicamente torna la calma.

“Belìn...un casino così non me lo sarei mai aspettato, dottor Fenestrelli!“esclama basito Lardelli. 

Dopo  alcuni mesi  la struttura fu temporaneamente chiusa e i pazienti trasferiti in altro sito. Tre anni dopo fu parzialmente ristrutturata per ospitare un poliambulatorio. L'unico "riciclato" fu il Lardelli che trascorse lì gli ultimi anni che gli mancavano alla pensione.

“Lardelli, ma è vera quella cosa di Alvaro?” - chiese un giovane dottore, appena assunto, all'infermiere che stava raccontando ad un suo amico,  per l'ennesima volta, quella incredibile riunione d'equipe. 

“Si dottore, il "gigante" come lo chiamavano qui, diede fuori di matto: dopo aver malmenato due carabinieri con calci e pugni tornò sui suoi passi, afferrò la Floppi, la sollevò di peso e la trascino al cesso del primo piano. Quando intervennero alcuni colleghi a fermarlo, teneva la testa della direttrice infilata nel water mentre lui  tirava l'acqua senza smettere. Poi saltò dalla finestra e scomparve. Qualcuno dice che sia tornato nella legione straniera, qualcun altro invece è convinto di averlo visto in un bagno dell'Outlet di Serravalle Scrivia che rideva a crepapelle tirando l'acqua dello sciacquone. Ancora oggi è ricercato dalla polizia.”

                                                  MORALE DEL RACCONTO:


Certe cose avvengono per forza di cose; la gente deve imparare che nessuno è fatto di ferro. Siamo tutti umani e imperfetti e il lavoro deve essere un modo per arricchirsi dentro, umanamente ed eticamente. Non può ridursi ad un abbrutente somma di ore di semi-schiavitù, in condizioni intollerabilmente rozze e senza gli strumenti necessari. Anche la gestione va affidata a persone che coniughino professionalità ed elasticità mentale e, soprattutto, non dimentichino che gli altri sono come noi, meritevoli di ascolto e solidarietà umana.

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