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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

sabato 29 gennaio 2022

Alzheimer.

 Ecco.

E’ arrivato.
Ha un sorriso strano: nell'arcata dentale superiore destra gli manca un dente ma è simpatico.
Mi rivolge la parola.
Mi chiede come sto, come va, ho dormito bene?
In verità no: mi sono pisciato addosso e non riuscivo a dirlo alla donna russa che dormiva accanto a me. No! Non è mia moglie. E’ una donna che si occupa di me, di notte, per 3 euro all'ora . Suo marito è stato ucciso in Afghanistan e la sua famiglia è rimasta in Ucraina.  Il suo compagno , un ex ferroviere di 74 anni,  quando torna a casa, la riempie di botte. Ma almeno ha un tetto sulla testa e alla fine morirà e le lascerà qualcosa. Il nuovo assistente mi da una carezza. Ho notato che ha due tatuaggi: una specie di coda di balena sul petto e un drago sul collo.  Io ho 79 anni ma, se dipendesse da me, uno così non lo farei mai entrare in casa…ma hanno detto a mia moglie che è uno in gamba. Mia moglie ha 81 anni. Non è russa; cioè: di notte russa ma è un tutto un altro discorso.
Non so cosa mi è successo. A ottobre dell’anno scorso andavo su per le colline dove sono nato. Camminavo per delle ore e mangiavo come un lupo. Poi un giorno, anziché andare a casa, mi sono trovato alla stazione ferroviaria e il brutto è che  chiedevo al capostazione dove fosse mia madre. Pensavo fosse il luogo dove ero nato. In effetti , nelle ferrovie dello stato ci ho lavorato 40 anni e sono stati anni duri in cui ho dato tutto me stesso perché credevo in quello che facevo. Ma non era casa mia. Era la banchina antistante ai binari. Hanno chiamato la polizia e mi hanno portato in ospedale e lì mi hanno fatto parlare. E io l’ho fatto: parlavo, parlavo, parlavo ma continuavano a rispondermi che non capivano così mi hanno portato in un sacco di posti dove c’erano persone col camice bianco, ma io continuavo a parlare della mia vita, dei giorni sotto la pioggia passati a lubrificare gli scambi dei binari che non scattavano, tanto erano arrugginiti.
Poi sono arrivati gli assistenti sociali. Ogni giorno ne veniva uno nuovo.  Mia moglie era stanca e credeva che in quell'unica ora in cui loro erano accanto a me potessero cambiare le cose.
Ma quando se ne andavano io ero nervoso e non mi veniva in mente mai un discorso logico. Avevo sete e parlavo della pioggia. Avevo fame e chiamavo mio padre.
Poi è arrivato lui. Con quei tatuaggi. Con quel dente mancante. Con quella faccia da criminale redento.
Con quel sorriso.
Io parlavo e lui capiva.
E spiegava a mia moglie cosa volevo dire.
E’ un ragazzo in gamba.
Arriva alle 9 del mattino e se ne va alle 6 di sera.
Poi , verso le 7, arriva la donna russa.
Mi veste per la notte, mi cambia il pannolone e mi trascina nel letto.
Alza le sbarre protettive e spegne la luce.
Dice sempre: “ ho sonno, fammi dormire questa notte, maledetto!”.
E io ho paura.
Si arrabbia sempre quando mi piscio addosso e voglio alzarmi per andare a lavorare verso mezzanotte. Così mi urla in faccia, tanto sa che mia moglie è sorda e non la sente dalla stanza accanto.
Se ne va via dieci minuti prima che arrivi quello coi tatuaggi.
E sono i dieci minuti più belli che precedono nove ore meravigliose.
Adesso che ci penso: sono in ritardo sul lavoro!
Devo andare. Il mio capo è uno severo. Potrebbero licenziarmi.

“ COME STAI GIUSEPPE? COME VA OGGI? HAI DORMITO BENE?

Sono le 9. E’ arrivato. Mi sorride.

“ MI SONO PISCIATO ADDOSSO” – gli dico.

“ E’ CAPITATO ANCHE A ME!” – mi risponde strizzandomi l'occhio.

Vorrei ridere ma non ci riesco. Ma lo guardo; eccome se lo guardo!

Ha due strani tatuaggi, una faccia da criminale, un cuore grande come una locomotiva e un bel sorriso.

Peccato per quel dente mancante.


                                                                                                  Alvaro.

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