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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

martedì 18 settembre 2012

Il rilascio interiore.


“Perchè diavolo non arriva? A quest'ora di solito passa!”.

Ale scopre ,dopo qualche minuto che la scritta "fermata soppressa" cela una triste verità: i tagli del bilancio comunale,col municipio in bancarotta,hanno eliminato la linea 12. E' un colpo allo stomaco. Ale si è sempre chiesto come facessero i gestori del debito pubblico a non dire la verità alla gente,negli anni passati. Prima o poi un debito enorme scoppia,come un bubbone pieno di pus. E la gente meno agiata è quella che se ne accorge per prima.  Si inizia sempre con la soppressione di servizi pubblici,tipo linee di bus urbane e suburbane e poi si vedrà.  Ale rivà con la mente ai suoi sonnellini (a bordo del bus) di quei tardi pomeriggi invernali,con le brume messe lì apposta per conciliare il sonno,con lui
spaparanzato sempre nei sedili in fondo,gli unici che avessero sedie dirimpettaie su
cui stendere le gambe. Ora è tutto finito:bisognerà ritornare alla macchina. Lui odia la macchina; quella trappola mangiasoldi,quel lurido trabiccolo schifoso che ci aiuta a  millantare uno status sociale,inutile azzardo di boria personale e famelico divoratore di risorse.Da una casa si può ottenere qualcosa, da una macchina,dopo un po' di anni,soltanto un debito,ovvero una nuova macchina.

Ma è l'ultimo giorno di estate. Le previsioni parlano di pioggia e ribasso delle temperature. Ale si affretta a tornare a casa. Per oggi niente spesa,troppo svogliato e  scazzato per mettersi al volante. Le cose finiscono. Anche la linea 12. Anche le speranze. D'un tratto mi accorgo che un brivido di scoramento mi avvolge,come la sciarpa variopinta che solevo portare nei freddi inverni degli anni '70. Al contempo mi rilasso, anzi, mi rilascio interiormente. Devo solo registrare il mio baricentro psichico e prendere atto che per tutta la vita non ho fatto altro che rispondere a   bisogni,esigenze,capricci e pretese altrui. In questo momento mi lascio amare,si,amare alla follia da una donna che ,intimamente, anche io amo moltissimo; pur tuttavia  la sensazione netta è che,tutto sommato,anche in questo  frangente sentimentale sono soprattutto uno strumento per nutrire e consolare un'altra persona.

Il lavoro,gli amici,la famiglia e quel mostro chiamato denaro;la Fede,i tramonti,le albe e il cielo azzurro. E' stato tutto un volo sopra la follia. Quel fiume ora burrascoso,ora placidamente neghittoso  che è la sua vita, per fortuna, scorre. Ale si consola così: sa che ormai non manca più tantissimo alla foce, al Mare. Gli viene in mente quell'altro disperato del suo amico per la pelle,il buon Alva, e sorride dentro di sé. Nel suo amico ha trovato un doppio,un gemello di disavventure, un compagno grandioso di un'odissea tragi-comica che lo rende perennemente affannato tra gorghi improvvisi e rapide insidiosissime; insieme si tengono a galla bevendo una forte dose di acqua melmosa di quel fiumaccio perfido che è la loro esistenza. I due,simili a gattacci rognosi e attempati che sono caduti in un  fiume,annaspano e smanacciano tra i flutti,per poi,va a  sapere come,trovare sempre un tronco galleggiante a cui artigliarsi. Si! Sono ancora vivi. Resistono ma non hanno la benché minima idea di dove li depositerà la corrente. Ma anche questa immagine si dilegua. Resta solo una riposante certezza: Ale prima o poi morirà,e questo vorrà dire la conclusione definitiva di tutto questo soffrire. Dio forse lo risusciterà nella gloria o, forse, lo bastonerà tra i tormenti anche se una terza teoria, per lui inquietante,descrittagli da Carla,lo mette in ambasce: e se poi Dio lo riaccendesse?Lo rimettesse in questo Mondo? No,non può essere! Ale si sdraia sul divano. Spartanville lo coccola col suo silenzio austero. Un abbiocco ristoratore prende piede e Ale sogna una cosa che lo mette in pace:c'è una buona probabilità che Dio lo lasci dormire per sempre;lo lasci riposare in quel grande sonno senza fine,nel quale perdersi e perdere tutte le spine che gli hanno trafitto l'anima per cinquant'anni.

Ale.

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