“Perchè diavolo non arriva? A quest'ora di solito passa!”.
Ale scopre ,dopo
qualche minuto che la scritta "fermata
soppressa" cela una triste verità: i tagli del bilancio comunale,col municipio
in bancarotta,hanno eliminato la linea 12. E' un colpo allo stomaco. Ale si è
sempre chiesto come facessero i gestori del debito pubblico a non dire la
verità alla gente,negli anni passati. Prima o poi un debito enorme scoppia,come
un bubbone pieno di pus. E la gente meno agiata è quella che se ne accorge per
prima. Si inizia sempre con la
soppressione di servizi pubblici,tipo linee di bus urbane e suburbane e poi si
vedrà. Ale rivà con la mente ai suoi
sonnellini (a bordo del bus) di quei tardi pomeriggi invernali,con le brume
messe lì apposta per conciliare il sonno,con lui
spaparanzato sempre nei sedili in fondo,gli unici che avessero sedie dirimpettaie su
cui stendere le gambe. Ora è tutto finito:bisognerà ritornare alla macchina. Lui odia la macchina; quella trappola mangiasoldi,quel lurido trabiccolo schifoso che ci aiuta a millantare uno status sociale,inutile azzardo di boria personale e famelico divoratore di risorse.Da una casa si può ottenere qualcosa, da una macchina,dopo un po' di anni,soltanto un debito,ovvero una nuova macchina.
spaparanzato sempre nei sedili in fondo,gli unici che avessero sedie dirimpettaie su
cui stendere le gambe. Ora è tutto finito:bisognerà ritornare alla macchina. Lui odia la macchina; quella trappola mangiasoldi,quel lurido trabiccolo schifoso che ci aiuta a millantare uno status sociale,inutile azzardo di boria personale e famelico divoratore di risorse.Da una casa si può ottenere qualcosa, da una macchina,dopo un po' di anni,soltanto un debito,ovvero una nuova macchina.
Ma è l'ultimo giorno di estate. Le previsioni parlano di
pioggia e ribasso delle temperature. Ale si affretta a tornare a casa. Per oggi
niente spesa,troppo svogliato e scazzato
per mettersi al volante. Le cose finiscono. Anche la linea 12. Anche le
speranze. D'un tratto mi accorgo che un brivido di scoramento mi avvolge,come
la sciarpa variopinta che solevo portare nei freddi inverni degli anni '70. Al
contempo mi rilasso, anzi, mi rilascio interiormente. Devo solo registrare il
mio baricentro psichico e prendere atto che per tutta la vita non ho fatto
altro che rispondere a bisogni,esigenze,capricci
e pretese altrui. In questo momento mi lascio amare,si,amare alla follia da una
donna che ,intimamente, anche io amo moltissimo; pur tuttavia la sensazione netta è che,tutto sommato,anche
in questo frangente sentimentale
sono soprattutto uno strumento per nutrire e consolare un'altra persona.
Il lavoro,gli amici,la famiglia e quel mostro chiamato
denaro;la Fede,i tramonti,le albe e il cielo azzurro. E' stato tutto un volo
sopra la follia. Quel fiume ora burrascoso,ora placidamente neghittoso che è la sua vita, per fortuna, scorre. Ale
si consola così: sa che ormai non manca più tantissimo alla foce, al Mare. Gli
viene in mente quell'altro disperato del suo amico per la pelle,il buon Alva, e
sorride dentro di sé. Nel suo amico ha trovato un doppio,un gemello di
disavventure, un compagno grandioso di un'odissea tragi-comica che lo rende
perennemente affannato tra gorghi improvvisi e rapide insidiosissime; insieme
si tengono a galla bevendo una forte dose di acqua melmosa di quel fiumaccio
perfido che è la loro esistenza. I due,simili a gattacci rognosi e attempati
che sono caduti in un fiume,annaspano e
smanacciano tra i flutti,per poi,va a
sapere come,trovare sempre un tronco galleggiante a cui artigliarsi. Si! Sono
ancora vivi. Resistono ma non hanno la benché minima idea di dove li depositerà
la corrente. Ma anche questa immagine si dilegua. Resta solo una riposante certezza:
Ale prima o poi morirà,e questo vorrà dire la conclusione definitiva di tutto questo
soffrire. Dio forse lo risusciterà nella gloria o, forse, lo bastonerà tra i
tormenti anche se una terza teoria, per lui inquietante,descrittagli da
Carla,lo mette in ambasce: e se poi Dio lo riaccendesse?Lo rimettesse in questo
Mondo? No,non può essere! Ale si sdraia sul divano. Spartanville lo coccola col
suo silenzio austero. Un abbiocco ristoratore prende piede e Ale sogna una cosa
che lo mette in pace:c'è una buona probabilità che Dio lo lasci dormire per
sempre;lo lasci riposare in quel grande sonno senza fine,nel quale perdersi e
perdere tutte le spine che gli hanno trafitto l'anima per cinquant'anni.
Ale.
L'angoscia esistenziale di un tranquillo visionario..
RispondiElimina