Ho cercato Dio ovunque.
In posti dannatamente incredibili e in altri chiaramente
ovvi.
Ma niente!
Non lo trovavo.
Così, verso la fine degli anni settanta,
decisi di andarlo a cercare nel continente indiano pensando:
“ Se Dio è per i poveri e con i poveri, quale posto meglio
dell’India?”.
E ci andai. Per diverse volte.
La attraversai in lungo e in largo,
mangiando , a volte, cibo disgustoso
e dormendo in posti così orrendi
da far rabbrividire il Demonio.
Incontrai Guru e Santoni
o presunti tali
e tutti dispensavano parole,
saggezza e filosofia spicciola.
Parlai con pazzi e derelitti
e ognuno di loro
aveva la soluzione in pugno.
Ma di Dio nemmeno l’ombra!
Dove si era rifugiato?
Trascorsi notti insonni.
Per i pensieri, per il caldo e le zanzare.
Fui morsicato da uno scorpione e rimasi in coma due giorni.
Quando mi svegliai qualcuno gridò: - MIRACOLO! -
Io sorrisi. Ma ormai non credevo più a quel genere di cose.
Avevo incubi
in cui
ero sempre ad un passo
dal parlare con Dio.
Così,
una mattina di Marzo,
in un caldo opprimente
me ne andai.
Smisi di cercarlo
e decisi
che se mai un giorno
ci fossimo incontrati
le prime parole
avrebbe dovuto dirle Lui.
Ritornai alla mia vita
e alla mia mediocrità
lasciando che il tempo
scivolasse dietro a me.
Poi
un giorno
dopo molto tempo
in un ricovero per disabili
conobbi Giovanni
un paraplegico
pieno di vita
anche se a 32 anni
quella vita lo aveva tradito.
Ora ne aveva 77
ed era un pozzo di saggezza.
Durante uno dei nostri numerosi incontri
gli confidai
della mia vana ricerca, negli anni passati, di Dio.
Mi guardò a lungo e in silenzio poi disse:
- Ti sembra un mondo dove qualcuno o qualcosa abbia voglia
di essere Dio? -
Tacqui.
- Guarda me - disse - sono 45 anni che sto su questa maledetta
sedia a rotelle. Ho perduto la mia famiglia, il lavoro e la mia vita! L’unico
passatempo che ho ora è quello di parlare con te, mentre attendo la morte. -
Continuai a tacere, con lo sguardo fisso al pavimento.
- DIO SIAMO NOI! - urlò - SE NON MI FOSSI TUFFATO NELL’ACQUA
BASSA, ORA IO E TE STAREMMO PASSEGGIANDO! LO DECISI DI FARE IO, NON DIO O CHI
PER LUI! -
Poi, a voce bassa, continuò:
- Le conseguenze delle nostre azioni le decidiamo noi;
decidiamo cosa vogliamo essere, cosa vogliamo fare, dove vogliamo andare. -
Lo ascoltavo mentre fuori iniziava a piovere.
- Siamo liberi di ucciderci o di uccidere, di costruire o
distruggere! Nessuno mi darà più l’uso delle gambe perché non esiste altro Dio
all’infuori di noi stessi! - concluse.
Poi si girò
e con forti spinte delle sue braccia sulle ruote, si
allontanò.
Rimasi lì
per qualche minuto ancora
mentre fuori la pioggia
lavava il mondo.
Dopo un po’ me ne andai anch’io.
Non lo rividi mai più.
Morì la notte stessa
per un infarto
o qualcosa del genere.
Di Lui non mi rimangono
che quelle parole
che ho appena scritto
e una sua foto.
Il suo corpo è al sicuro.
Della sua anima non so chi se ne occuperà.
Ma mai come ora, io spero che Giovanni si sia sbagliato.
Alva.
Dio,la di Lui ricerca, che prima o poi tutti attuiamo,speranzosi o scettici,ferventi mistici o bestemmiatori acrimoniosi: ma la risposta ce la darà soltanto il Tristo Mietitore. Solo Lui.
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