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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

martedì 17 giugno 2014

Cannonau

Campagne francesi.
Nord ovest di Parigi.
Settembre 2004.
So dove mi trovo ma non riesco a scriverlo.
So che mi sono fermato ( a destra, sempre a destra )
e un tizio mi ha detto che lì andava bene,
che non davo fastidio
che potevo morirci, lì.

“ Mercì beacoup!” - ho risposto.

I lavoratori
onesti padri di famiglia
escono da una fabbrica.

Fuori li attende un autobus
per riportarli a casa
con un tavolo già pronto
e i figli davanti alla televisione.

Io, invece, sono solo

tra il sole e le stelle
tra la torre Eiffel e Dio
vicino a una strada che porta a Roma ( così dicono).

Non so cosa fare
così mi sono messo a bere:

un bicchiere,
poi un' altro, un'altro, un'altro, un'altro e un'altro.

Dio, sono accanto a Te: mi senti?

Guarda il tuo maledetto figlio di n.n. che ti cerca!

Sono qui.
Agonizzante. Non vivo. Non morto.

Come un relitto
pieno di scheletri vestiti
che vorrebbero andarsene
ma che invece resteranno ( avete mai visto uno scheletro nuotare?)

E, sapete una cosa?
La tigre è di nuovo qua!
Non c'è verso a sfuggirgli!

E' nervosa,
inquieta,
e mi guarda.
La faccio salire. Mi annusa.
Si struscia contro di me e mi lecca il braccio destro ( la sua lingua come una lima).

Poi s' accuccia e chiude gli occhi.

Ma ogni tanto li riapre
come per guardare cosa sto facendo.

Io sono stravolto dal vino.
Vedo la musica. Sento la luce.

Luce che si scompone in mille volti sofferenti.

Il profilo del santo pugliese si fa guardare.

Chiedo un miracolo e aspetto:

un minuto,
dieci minuti,
cento minuti.

Non succede nulla.
Tutto è come prima.
Fuori è buio. Le stelle urlano.

In un campo accanto
dodici mucche si dirigono lentamente alla stalla.
Tonnellate di bistecche in movimento.

Il telefono tace.
La radio spara cazzate.

Mentre io

torbidamente

per l'ennesima volta

chiedo conforto alla bottiglia.


                                                                            Alvaro

1 commento:

  1. La solitudine come tema di riflessione. Siamo soli,c'è poco da fare,l'importante è ammetterlo e poi trovare conforto in Dio; Egli ci insegnerà a essere longanmi...e se saremo cristianamente remissivi,le nostre "tigri "non ci divoreranno. Bellissimo racconto,ritmico ed emotivamente incalzante. Ale

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