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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

giovedì 28 aprile 2016

PREGHIERA PROFANA.

Non ho trovato lo smarrimento necessario per mettere ordine alle mie parole. 
Non ho trovato il giusto ordine ai miei pensieri quindi, è probabile, che non morirò. 
Non sarò nel posto sbagliato al momento giusto. 
E, adesso che ci penso, sono già morto cinque volte da quando sono nato.

Ricordo la prima volta che morii: avevo un anno. 

Sono sul seggiolone. Mio padre  lancia una bottiglia di vino attraverso la luce del neon. Mia madre urla. Una colata rossa alle mie spalle. Vetri ovunque. Uno specchio davanti a me riflette la mia immagine e quella di un uomo che picchia una donna. Io piango. Il tempo non passa mai e quando passa, passa male.

                               Padre mio, che eri accanto a me
                               sia maledetto il tuo nome.

La seconda volta avevo tre anni. Nevicava. Lo aspettavo all' asilo. Stava venendo buio. La suora mi scherniva: ' Tuo padre non verrà! '. Ma quando arriva io sono felice. Guardo la suora con disprezzo. Mio padre mi afferra per un braccio e mi costringe a camminare al suo passo. Cado. La neve è bianca e fredda. Ho la faccia dentro di essa. Non mi prende in braccio perché il suo vestito è nuovo. Arrivati a casa mi dice: ' Non dire nulla alla mamma!'  Io batto i denti dal freddo. ' Hai capito?' - urla. Non riesco a parlare ma annuisco.

                              E venga il mio sdegno
                              e sia fatta la sua volontà.

La terza volta arrivò per mano di mia madre. Avevo 17 anni. Il giorno di Natale davanti al presepio. Mi dice che quando è rimasta incinta mio padre era ubriaco. Doveva salvare un matrimonio. Dovevo capire. Dovevo sapere. Dovevo dividere la sua merda.

                              Così in cielo, così in terra.
                              E rimetti a noi i nostri debiti
                              come noi li rimettiamo ai nostri genitori.

La quarta volta fu quando mi separai. Undici anni di matrimonio e due figli mi presentarono il conto. Telefonai a mio padre per un aiuto. ' Cazzi tuoi!' - mi rispose.
Poi, una notte, dal ponte del Turchino, con una nave sfavillante all'orizzonte tentai il suicidio. Un camionista mi afferrò dai pantaloni e mi fece sedere sull'autostrada deserta. Mi offrì dell'acqua. Mi accarezzò una guancia. Intorno a me il silenzio. Piansi.  

                              Ma non ci indurre in tentazione.

L'ultima fu la morte più bella. Più gratificante. Arrivò con una raccomandata. Mio padre era morto. Andai al funerale. Sentii parole inutili. Guardai con attenzione la sepoltura. Quella terra seppellì anche un po' di me. Lui era morto e i suoi ricordi di me erano morti. Quando uscii dal cimitero, risi.

                              E liberaci dal male. Amen.                         
                                                                                                                                         

                                                                                                                                          Alvaro

1 commento:

  1. L'anima dello scrittore maledetto salta fuori spavalda,slanciata,solida come un ventenne palestrato e abbronzato :D Nella rivisitazione del Padre Nostro,ecco un capolavoro di prosa nera alla Edgar Alla Poe. Ale

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