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web sito ImageChef Custom Images "Ormai quasi giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questo blog testimonianza degli eventi a cui mi accadde, mi accade e mi accadrà di assistere durante il periglioso viaggio che mi separa dalla tomba. E Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto ho visto. Possa la mia mano non tremare mentre mi accingo a scrivere certi eventi e ricordare l'inquietudine sottile che opprime l'animo mio mentre mi collego quotidianamente a questo blog poiché oggi ho la certezza che sto rettamente interpretando gli indubitabili presagi ai quali, da quando nacqui, stoltamente, non diedi peso ."

domenica 24 marzo 2013

L'ultimo Conclave.


Il Papa era morto oramai da otto giorni. Nel sonno. La morte dei giusti. Il Conclave cardinalizio si era raccolto nella Cappella Sistina, in quel periodo, per ben tre volte, concludendosi sempre con una fumata nera, cioè senza mai raggiungere un accordo sul successore di Pietro.
Quella stessa giornata si sarebbe riunito per l’ultima volta al termine del quale avrebbe dovuto, per forza di cose, eleggere il futuro Pontefice.

Gli alti prelati entrarono nella Sala dei Conclavi di primo mattino, in una giornata soleggiata ma fredda.
Ai lati del gran salone rettangolare, adornato da prestigiosi affreschi e mirabili stucchi, campeggiavano le due lunghe file di scranni trecenteschi, in legno finemente intarsiato sulle quali, da secoli, ci si ricongiungeva sempre per lo stesso motivo.

Sfilarono uno ad uno. Lentamente. Meditabondi. Come in una mesta processione.
L’atmosfera era greve e la tensione aleggiava nell'aria, mista agli incensi purificatori
che da molte ore ardevano nel salone.

Quattro raggi di sole squarciavano, benché solo parzialmente, quella tetra oscurità secolare, conferendo all'assemblea un qualcosa di mistico e intoccabile, come se l’Altissimo desiderasse assistere anch'Egli, seppure in forma astratta.

Quando tutti furono seduti, dall'esterno qualcuno chiuse il pesante portone dell’ingresso, sigillandoli temporaneamente in quel sacro luogo.

Ci fu un lunghissimo silenzio, rotto soltanto da sommessi colpi di tosse.

Ognuno di loro proveniva da luoghi differenti del mondo.
Il più giovane aveva 54 anni, il più vecchio quasi 90, ed era Lui il più temuto ed autorevole.
Egli sedeva in disparte, su una poltrona di damasco rosso, con i braccioli scolpiti a forma d’angelo con le ali spiegate.

Non alzava quasi mai la testa. Pareva sempre immerso in celestiali visioni o in profonde meditazioni.

Il protocollo imponeva al Cardinale più giovane, l’incombenza di aprire la discussione.

Ad un tratto qualcuno si alzò in piedi. Si schiarì la voce ed iniziò.

“ Esimi Cardinali - esordì volgendo lo sguardo ai convenuti - …Eccellenza…- scandì ad alta voce in direzione dell’anziano porporato - siamo nuovamente riuniti in questo sacro luogo per far sì che il mondo cristiano possa tornare ad avere un altro faro nell'oscurità del mondo, un’altra guida per i sentieri contorti della spiritualità, un altro…”


“BASTA!”- Lo interruppe l’anziano Cardinale che, d’improvviso, pareva essere tornato in vita. L’eco del Suo urlo rimbalzò parecchie volte sulle teste degli astanti che, attoniti, lo osservavano.
Perfino l’Altissimo pareva essersi meravigliato, poiché il sole scomparve da quel luogo, facendolo piombare in una semioscurità.
Un silenzio innaturale si fece così insistente da far risultare rumorosi i respiri dei presenti.

L’anziano uomo di chiesa si appoggiò allo schienale, si tolse il copricapo rivelando una folta  capigliatura canuta, quindi fece un lungo respiro.
Il Suo volto era attraversato da profonde rughe che conferivano al Suo sguardo una magnificenza d’altri tempi.
Chiuse gli occhi per qualche secondo, come se cercasse le parole nel posto più sperduto della Sua memoria; poi inspirò ed espirò rumorosamente. Quando li riaprì, guardandosi attorno, ebbe la certezza di avere l’attenzione dell’intera Assemblea.


“Sono stanco… - disse a bassa voce - sono esausto di ascoltare, da oltre 50 anni, le stesse parole, le stesse formule, le solite frasi fatte e le consuete, misurate, logorroiche stupidaggini!” concluse con enfasi ma a ben più alta voce.

Ci fu un mormorio che diede l’impressione di stare tra lo sdegnato e qualcosa di molto simile a quando ci si accorge di aver udito una grande verità.

“…Sono vecchio…e il tempo a me concesso sta per finire….- continuò- Non sono mai stato eletto Papa perché mi sono sempre rifiutato: e sapete perché? Perché non volevo perdere gli innumerevoli privilegi a Noi concessi! Un Papa non conosce più la libertà, non ha più propri pensieri se non quelli impostigli dagli altri. C’è sempre qualcuno che gli suggerisce cosa è meglio dire, cosa è meglio fare, cosa mangiare e cosa no…C’è sempre qualcosa che cambia all'ultimo momento; un Suo programma, una Sua parola, un Suo viaggio!”


Dopo aver detto ciò, si chinò nuovamente su se stesso.

All'esterno, un forte vento faceva sentire la sua presenza. L’aria, penetrando da qualche secolare fessura, sibilava con insistenza, profanando il surreale silenzio
ricreatosi.

“Pensate - riprese inaspettatamente il vecchio cardinale - che un Papa non sa più cosa voglia dire sentirsi bagnare dalla pioggia!”.

I membri del Conclave si guardarono sempre in silenzio.

“Ora però - proseguì - la Chiesa e il mondo vogliono un sacrificio, lo vogliono ora e NOI GLIELO DAREMO!” disse urlando.


Il suo intervento e come terminò fece chiaramente intendere a tutti i presenti che non ce ne sarebbe stato un altro.

Timidamente, il Cardinale che all'inizio era stato zittito, riprese la parola.

“ Con il consenso e i poteri che la Santa Madre Chiesa mi conferisce chiedo, a chi tra Voi ha avuto o ha l’ambizione al Papato, di farsi avanti!” proferì solennemente.

Silenzio.
Ci fu solo silenzio.

L’anziano Cardinale, seduto e con la fronte appoggiata al palmo della mano destra, sorretta a sua volta da un vecchio braccio, appoggiato ad un vecchissimo bracciolo
scolpito a forma di angelo con le ali spiegate, sorrideva.
E non era un sorriso qualunque.
Era il sorriso di chi sapeva.
Di chi possiede quell'impalpabile e gigantesca saggezza che annichilisce.
Di chi si appresta ad ascoltare ciò che ha sempre pensato dovesse esser detto.

D’un tratto nessuno aveva più voglia di “sacrificarsi” per la causa.

Mestamente, il “giovane” Cardinale, riprese la parola.

“…mi vedo costretto ad una nomina imposta !” disse con voce rauca.

“POSSA DIO PERDONARCI SE DOVESSIMO COMMETTERE UN ERRORE!”.

Scandì ogni singola parola. Poi si sedette.
Dopo alcuni minuti ci fu la nomina.

All'esterno il mondo vide con gioia la “fumata bianca”, segno dell’avvenuta elezione.
Migliaia di fedeli rimasero in attesa di salutare il nuovo Pontefice.

La finestra si aprì e il vecchio Cardinale lesse la formula in latino che annunciava al mondo il successore di Pietro.
La lesse con calma.
Con la giusta dose di carisma e seriosità necessari.
Poi si fece avanti il nuovo Pontefice.
L’anziano Cardinale fece un passo indietro e gli lasciò il posto.
Come avrebbe fatto un prete, dopo aver confessato un innocente, poco prima che la botola della forca si aprisse sotto i suoi piedi.

La folla lo applaudì. L’euforia era generale.

Il nuovo Papa si sporse per salutare la moltitudine di persone rimaste lì per ore ad attenderlo.
Aveva un bellissimo abito bianco.
Come il Suo sorriso.

In netto contrasto con la Sua pelle nera, che tanti sacrifici ed umiliazioni aveva causato a Lui e, a chi come Lui, era stato destinato ad indossarla.



                                                                                         Alvaro








1 commento:

  1. Essere Papa,cercare di andare incontro alle speranze e al bisogno di conforto di più di un miliardo di credenti...Impresa superardua.Profezie varie preconizzano che l'attuale è l'ultimo Papa. Poi,forse,l'Umanità troverà la sua auto-riscoperta e sarà finalmente libera da dogmi e ossessioni religiose.

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