Il Papa era morto oramai da otto
giorni. Nel sonno. La morte dei giusti. Il Conclave cardinalizio si era raccolto
nella Cappella Sistina, in quel periodo, per ben tre volte, concludendosi
sempre con una fumata nera, cioè senza mai raggiungere un accordo sul
successore di Pietro.
Quella stessa giornata si sarebbe
riunito per l’ultima volta al termine del quale avrebbe dovuto, per forza di
cose, eleggere il futuro Pontefice.
Gli alti prelati entrarono nella
Sala dei Conclavi di primo mattino, in una giornata soleggiata ma fredda.
Ai lati del gran salone
rettangolare, adornato da prestigiosi affreschi e mirabili stucchi,
campeggiavano le due lunghe file di scranni trecenteschi, in legno finemente
intarsiato sulle quali, da secoli, ci si ricongiungeva sempre per lo stesso
motivo.
Sfilarono uno ad uno. Lentamente.
Meditabondi. Come in una mesta processione.
L’atmosfera era greve e la
tensione aleggiava nell'aria, mista agli incensi purificatori
che da molte ore ardevano nel
salone.
Quattro raggi di sole
squarciavano, benché solo parzialmente, quella tetra oscurità secolare,
conferendo all'assemblea un qualcosa di mistico e intoccabile, come se
l’Altissimo desiderasse assistere anch'Egli, seppure in forma astratta.
Quando tutti furono seduti,
dall'esterno qualcuno chiuse il pesante portone dell’ingresso, sigillandoli
temporaneamente in quel sacro luogo.
Ci fu un lunghissimo silenzio,
rotto soltanto da sommessi colpi di tosse.
Ognuno di loro proveniva da
luoghi differenti del mondo.
Il più giovane aveva 54 anni, il
più vecchio quasi 90, ed era Lui il più temuto ed autorevole.
Egli sedeva in disparte, su una
poltrona di damasco rosso, con i braccioli scolpiti a forma d’angelo con le ali
spiegate.
Non alzava quasi mai la testa.
Pareva sempre immerso in celestiali visioni o in profonde meditazioni.
Il protocollo imponeva al
Cardinale più giovane, l’incombenza di aprire la discussione.
Ad un tratto qualcuno si alzò in
piedi. Si schiarì la voce ed iniziò.
“ Esimi Cardinali - esordì
volgendo lo sguardo ai convenuti - …Eccellenza…- scandì ad alta voce in
direzione dell’anziano porporato - siamo nuovamente riuniti in questo sacro
luogo per far sì che il mondo cristiano possa tornare ad avere un altro faro
nell'oscurità del mondo, un’altra guida per i sentieri contorti della spiritualità,
un altro…”
“BASTA!”- Lo interruppe l’anziano
Cardinale che, d’improvviso, pareva essere tornato in vita. L’eco del Suo urlo
rimbalzò parecchie volte sulle teste degli astanti che, attoniti, lo
osservavano.
Perfino l’Altissimo pareva essersi
meravigliato, poiché il sole scomparve da quel luogo, facendolo piombare in una
semioscurità.
Un silenzio innaturale si fece
così insistente da far risultare rumorosi i respiri dei presenti.
L’anziano uomo di chiesa si
appoggiò allo schienale, si tolse il copricapo rivelando una folta capigliatura canuta, quindi fece un lungo
respiro.
Il Suo volto era attraversato da
profonde rughe che conferivano al Suo sguardo una magnificenza d’altri tempi.
Chiuse gli occhi per qualche
secondo, come se cercasse le parole nel posto più sperduto della Sua memoria;
poi inspirò ed espirò rumorosamente. Quando li riaprì, guardandosi attorno, ebbe
la certezza di avere l’attenzione dell’intera Assemblea.
“Sono stanco… - disse a bassa
voce - sono esausto di ascoltare, da oltre 50 anni, le stesse parole, le stesse
formule, le solite frasi fatte e le consuete, misurate, logorroiche
stupidaggini!” concluse con enfasi ma a ben più alta voce.
Ci fu un mormorio che diede
l’impressione di stare tra lo sdegnato e qualcosa di molto simile a quando ci
si accorge di aver udito una grande verità.
“…Sono vecchio…e il tempo a me
concesso sta per finire….- continuò- Non sono mai stato eletto Papa perché mi
sono sempre rifiutato: e sapete perché? Perché non volevo perdere gli
innumerevoli privilegi a Noi concessi! Un Papa non conosce più la libertà, non
ha più propri pensieri se non quelli impostigli dagli altri. C’è sempre
qualcuno che gli suggerisce cosa è meglio dire, cosa è meglio fare, cosa
mangiare e cosa no…C’è sempre qualcosa che cambia all'ultimo momento; un Suo
programma, una Sua parola, un Suo viaggio!”
Dopo aver detto ciò, si chinò
nuovamente su se stesso.
All'esterno, un forte vento
faceva sentire la sua presenza. L’aria, penetrando da qualche secolare fessura,
sibilava con insistenza, profanando il surreale silenzio
ricreatosi.
“Pensate - riprese
inaspettatamente il vecchio cardinale - che un Papa non sa più cosa voglia dire
sentirsi bagnare dalla pioggia!”.
I membri del Conclave si
guardarono sempre in silenzio.
“Ora però - proseguì - la Chiesa
e il mondo vogliono un sacrificio, lo vogliono ora e NOI GLIELO DAREMO!” disse
urlando.
Il suo intervento e come terminò
fece chiaramente intendere a tutti i presenti che non ce ne sarebbe stato un
altro.
Timidamente, il Cardinale che
all'inizio era stato zittito, riprese la parola.
“ Con il consenso e i poteri che
la Santa Madre Chiesa mi conferisce chiedo, a chi tra Voi ha avuto o ha
l’ambizione al Papato, di farsi avanti!” proferì solennemente.
Silenzio.
Ci fu solo silenzio.
L’anziano Cardinale, seduto e con
la fronte appoggiata al palmo della mano destra, sorretta a sua volta da un
vecchio braccio, appoggiato ad un vecchissimo bracciolo
scolpito a forma di angelo con le
ali spiegate, sorrideva.
E non era un sorriso qualunque.
Era il sorriso di chi sapeva.
Di chi possiede quell'impalpabile
e gigantesca saggezza che annichilisce.
Di chi si appresta ad ascoltare
ciò che ha sempre pensato dovesse esser detto.
D’un tratto nessuno aveva più
voglia di “sacrificarsi” per la causa.
Mestamente, il “giovane”
Cardinale, riprese la parola.
“…mi vedo costretto ad una nomina
imposta !” disse con voce rauca.
“POSSA DIO PERDONARCI SE
DOVESSIMO COMMETTERE UN ERRORE!”.
Scandì ogni singola parola. Poi
si sedette.
Dopo alcuni minuti ci fu la
nomina.
All'esterno il mondo vide con
gioia la “fumata bianca”, segno dell’avvenuta elezione.
Migliaia di fedeli rimasero in
attesa di salutare il nuovo Pontefice.
La finestra si aprì e il vecchio
Cardinale lesse la formula in latino che annunciava al mondo il successore di
Pietro.
La lesse con calma.
Con la giusta dose di carisma e
seriosità necessari.
Poi si fece avanti il nuovo
Pontefice.
L’anziano Cardinale fece un passo
indietro e gli lasciò il posto.
Come avrebbe fatto un prete, dopo
aver confessato un innocente, poco prima che la botola della forca si aprisse
sotto i suoi piedi.
La folla lo applaudì. L’euforia
era generale.
Il nuovo Papa si sporse per
salutare la moltitudine di persone rimaste lì per ore ad attenderlo.
Aveva un bellissimo abito bianco.
Come il Suo sorriso.
In netto contrasto con la Sua
pelle nera, che tanti sacrifici ed umiliazioni aveva causato a Lui e, a chi
come Lui, era stato destinato ad indossarla.
Alvaro
Essere Papa,cercare di andare incontro alle speranze e al bisogno di conforto di più di un miliardo di credenti...Impresa superardua.Profezie varie preconizzano che l'attuale è l'ultimo Papa. Poi,forse,l'Umanità troverà la sua auto-riscoperta e sarà finalmente libera da dogmi e ossessioni religiose.
RispondiElimina