Anche
quel martedì sera,come da tradizione ormai consolidata,squilla il campanello
alla porta.
Sono
le 19 circa. Francesca va ad aprire,con la sua solita andatura calma e posata:lei
odia correre o affrettarsi perchè ciò denoterebbe un atteggiamento ansioso,sanguigno,apprensivo,in
una parola:mediocre e plebeo. Non che Francesca sia donna snob o altezzosa,ma è
in lei presente il germe della autoreferenzialità perenne, caratteristica
questa che la pone fra gli esseri umani incapaci di non sentirsi compiaciutamente aristocratici
nell'anima.
"
Ciao Francy,come stai oggi?Scommetto che sei già affamata,eppure ho potuto avere
il tonno fresco soltanto mezz'ora fa,ce lo ha portato un collega,che ogni tanto
si rifornisce da un pescatore che rientra spesso nel pomeriggio. Almeno ‘sta
volta usiamo un ingrediente all'altezza!"
Chi
ha appena parlato è Marina,la grande amica di Francesca. Marina è esuberante,sportiva,guida
una Ducati Monster depotenziata e ogni
tanto si concede il vezzo di perdere le staffe; insomma è una donna alla mano,schietta
e diretta,ma anche molto dolce.
"Ciao,carissima!"
Le due amiche si abbracciano,e in quel mentre le raggiunge Andrea, il
compagno di Francesca,uomo solido,affidabile,ma col difetto di essere stringato
nel parlare.
"Ciao,Marina,cos'è
‘sta novità del tonno fresco?" domanda,incuriosito e,per la verità,anche
un po' preoccupato.
"Niente,
Andre,è un piccolo strappo alle regole,o meglio,alle nostre non-regole perchè
solo gli stupidi non cambiano mai"
Dimenticavo
di dirvi che Marina ha un solo difetto clamoroso: è battutara di natura e
non aderisce per niente allo stile di vita sobrio e controllato di Andrea nè
condivide la misura e l'attenzione controllata tipiche di Francesca.
I
tre si portano in cucina dove un capace pentolone su fuoco lento sta lentamente
rosolando un pastone ,apparentemente indegno,composto di patate in quantità industriale,spiaccicate
a caso e acciughe salatissime. E' la serata del "finto pesce",ovvero un
preparato di dubbia finezza,basato su patate,acciughe e tonno. Il pastone immondo
viene poi smistato su un recipiente artigianale a forma di pesce. Non è niente
male come gusto,a parte un po' il salato delle acciughe...
"Il
tonno fresco potrebbe essere stato manipolato da persone poco attente alla
pulizia!" E’ il commento di Andrea,asciutto e velatamente critico.
"
Tesoro,dai,Marina ci ha fatto un bel regalo,vuoi mettere le solite
lattine all'olio di oliva? Così dozzinali,scontate,mediocri"
"Cara,lo
so,hai ragione,ma io amo la tradizione,specie quella del mio credo
religioso,sai bene che il Talmud ebraico prevede un certo rigore igienico e
diverse norme per preparare il pesce e il cibo in generale"
"Andre,che
noia,ma devi sempre essere così pignolo?" - azzarda Marina,conscia della serietà
perfino un po' smaccata con cui Andrea cita le norme culinarie del cibo koscher,
ovvero cibo cucinato secondo i migliori crismi della tradizione gastronomica
ebraica.
"Voi
due non la smetterete mai di punzecchiarvi"
E'
il commento signorilmente intimidatorio di Francesca.
"Ora
vi mostro come si ripulisce affinchè apprendiate"- prosegue Andrea,mentre inizia la sbudellatura
accurata del pesce fresco.
"Franci,non
è questione di punzecchiare,è che io adoro tutte le cucine del mondo,e poi lo
sai che sono una apolide,mi piace variare,piluccare un po' qui e un po' là,non
escludo nessuna cucina straniera,ma di certo preferisco la sostanza alla forma:
il cibo dev'essere gustoso,e non mi tange più di tanto che sia preparato
secondo schemi precisi o inesorabilmente prefissati!" E' la replica
energica di Marina,la quale da anni impegna singolar tenzoni con Andrea, sia
riguardo al cibo sia riguardo a tematiche più profonde,come le religioni.
Alla
fine i tre si siedono a tavola. Francesca ha gli occhi lucidi e, con un
affascinantissimo strabismo di Venere, osserva il finto pesce sul tavolo a
destra e qualche grado a sinistra che le fa controllare la disposizione delle
posate accanto al suo amato Andrea.
“
Hai messo la forchetta dopo il coltello!”
- proferisce stizzita Francesca.
“
E allora?” – risponde Andrea.
“
Ti prego, dolce amore mio, scala di un posto le posate…non fare il cafone!”
Andrea,
con un gesto lento e misurato scambia di ordine le posate e intanto intona una
vecchia canzone ebraica.
“
Gam gam gam ki elekh…la,la,la,la,lalalala…”
Francesca
si alza di scatto.
“ ORA BASTA ANDREA, SONO STANCA DELLE TUE ILLAZIONI PSEUDO
NAZISTE CIRCA I MIEI MANIERISMI DA BON TON! BASTAAAAA! E’ INUTILE CHE TU CANTI
LA VECCHIA CANZONE CHE I TUOI PREDECESSORI INTONAVANO POCO PRIMA DI ESSERE
GIUSTIZIATI AD AUSCHWITZ! IO SONO UNA DONNA GIOVANE E HO DIRITTO A VIVERE COME
TALE. TU MI DENIGRI. TU INFANGHI IL MIO DESIDERIO EDONISTICO! TU…TU…INSOMMA…TU
NON SEI ALLA MIA ALTEZZA!”
Queste
ultime parole si inseriscono nello spazio come cunei dilatatori che spingono ai
loro antipodi per allontarli sempre più.
Marina
continua a mangiare e ridacchia al pensiero di come la scena andrà a finire.
Nella sua rubrica, il giorno dopo, ha in programma la visione di un film al
multisala della Fiumara di Genova ma, visto come stanno andando le cose, un film
migliore e gratuito sta deliziando i suoi occhi e le sue orecchie .
Andrea
si alza di scatto e proclama:
“ DONNA, TU NON
COMPRENDI! NESSUNA DONNA, A MOTIVO DELLO STESSO ESSERE DONNA, POTRA’ MAI
CAPIRE! TU LO SAPEVI CHE L’EBRAISMO
GRAZIE AL PRIMO EBREO DELLA STORIA, ABRAMO, IL PRIMO DEI PATRIARCHI EBREI, SI AFFERMÒ COME RELIGIONE RIGOROSAMENTE MONOTEISTICA? LA PRIMA DI QUESTO TIPO AD ESSERE DOCUMENTATA NEL TERRITORIO DELLE POPOLAZIONI CANENEE.
GRAZIE AL PRIMO EBREO DELLA STORIA, ABRAMO, IL PRIMO DEI PATRIARCHI EBREI, SI AFFERMÒ COME RELIGIONE RIGOROSAMENTE MONOTEISTICA? LA PRIMA DI QUESTO TIPO AD ESSERE DOCUMENTATA NEL TERRITORIO DELLE POPOLAZIONI CANENEE.
PER CASO, MIA DOLCE FRANCESCA, SAPEVI ANCHE CHE L'EBRAISMO INCLUDE UN VASTO CORPO TESTUALE, LE PRATICHE, LE POSIZIONI TEOLOGICHE E LE FORME ORGANIZZATIVE DI VITA? HAI MAI SAPUTO CHE NELL'AMBITO DELL'EBRAISMO ESISTONO VARIE CORRENTI E MOVIMENTI, LA MAGGIORANZA DEI QUALI È EMERSA DALL'EBRAISMO RABBINICO, CHE AFFERMA CHE DIO HA RIVELATO LE SUE LEGGI E COMANDAMENTI A MOSE'SUL MONTE SINAI NELLA FORMA SIA DI TORAH SCRITTA SIA DI TORAH ORALE?
“ Andrea, by jove, contieniti!” – fu la reazione verbale dell’apodittica Francesca.
Marina sghignazzava tra una porzione e l’altra di pesce finto.
“ Sai cosa
è il matrimonio per noi maledetti ebrei, mia meravigliosa Francesca? E’,
da una parte, un accordo privato tra marito e moglie codificato da un contratto
nuziale, e dall'altro un impegno che la coppia assume nei confronti della
Comunità, in ottemperanza a quanto scritto nella Genesi e cioè: "Crescete,
moltiplicatevi e popolate la terra". Per l'ebraismo la vita solitaria è
una sventura, il matrimonio senza figli un disastro e una buona moglie il
maggior bene che si possa augurare ad un uomo!”
Francesca
aveva probabilmente la pressione tra una massima di 180 ad una minima di 65. Il
suo cuore pompava sangue che il sistema nervoso gli imponeva di pompare ma a
tutto c’era un limite. Diede un’occhiata al suo ultimo acquisto: una borsa Louis Vitton color arancio e beige con
fronzoli pistacchio. Un sorriso di compiacimento gli tagliò il viso. Poi ,
vincendo una sottrazione neuronale apoplettica, tentò una replica.
“ ANDREA,IO
PENSO CHE…”
“BEH, MIA CARA FRANCESCA, LASCIA CHE IO TI DICA COSA PENSO CON UNA BARZELLETTA EBRAICA:
Tre figli ebrei lasciarono la loro casa, si resero indipendenti e prosperarono. Quando si riunirono di nuovo parlarono dei regali che avevano potuto fare alla loro madre.
Il primo disse: Io ho costruito una casa enorme per nostra madre.
Il secondo disse: Io le ho mandato una Mercedes con l'autista!
Il terzo disse: - Vi ho battuti entrambi: voi sapete quanto piaccia alla mamma leggere la Torah e sapete che non ci vede molto bene. Io le ho mandato un gran pappagallo marrone che sa recitare la Torah nella sua interezza. Ci sono voluti 20 anni a 12 rabbini per insegnarglielo. Io ho contribuito con 1 milione di dollari all'anno, per vent'anni, ma ne è valsa la pena. Mamma deve solo nominare il capitolo e lui lo recita!
Poco dopo Mamà inviò le sue lettere di ringraziamento.
Scrisse al primo figlio: Maurizio, la casa che hai costruito è così grande. Io vivo in una stanza sola, ma devo pulire tutta la casa.
Scrisse al secondo figlio: Mosè, sono troppo vecchia per viaggiare. Resto tutto il tempo in casa, quindi non ho mai usato la Mercedes.
Scrisse al terzo figlio: Carissimo Manuel, sei stato l'unico figlio che ha avuto il buon senso di sapere cosa piace a sua madre. Il pollo era buonissimo!”
Cadde il silenzio nella stanza.
Francesca iniziò a ridere. La seguì Marina che, con un mezzo rutto, contribuì ad esacerbare la situazione. Andrea, con una manovra leggiadra, si sedette e attese che finissero di ridere.
Poi prese a ridere anche lui.
Erano tre amici.
Tre anime proiettate in questo mondo assurdo.
In quel martedì il loro obiettivo era stato quello di mangiare un pesce finto.
Da lì a non molto lo avrebbero finito tutto.
Insieme.
A&A
Che divertente spaccato di vita quotidiana! Qui anche il pesce, non fosse stato finto, avrebbe potuto abbozzare una risata! Bellissima e vivace la veritá che un'amicizia salda può nutrirsi di apparenti e bizzarre diversitá, di pensiero, cultura e carattere! Bella anche la metafora, forse ricercata, del pesce finto e della tradizione a volte fondata su rigidità che di fatto "vestono" la vita (in questo caso la coppia), rendendola piú forma che essenza...alla fine: viva il pesce di patate e viva l'unione del sentimento, compatibile anche tra persone con visioni opposte! Un piacevole inno anche all'amicizia profonda!
RispondiEliminaLeggere questo racconto é come vedere un piacevole cortometraggio, bravo, hai dipinto i personaggi mirabilmente!
MP
Racconto edificante e spiritoso;del resto,per evitare gli eccessi deleteri e le confrontazioni esacerbate,niente di meglio che la buona volontà,l'allegria gioviale e i simposi improntati a fratellanza,specie tra uomini e donne,a prescindere da temi,argomenti e idee.
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