Volo ormai libero
in quest’aria newyorchese
e solo la mia cravatta frivola
che svolazza
sembra legarmi ancora
a quel mondo di prima.
Chissà perche penso a Max
che faceva i panini al bar dell’angolo
e all’ascensorista della Torre Nord che mi sorrideva sempre;
mi viene in mente anche Mary del piano di sotto
con quei corti capelli scolpiti col gel;
e poi Malcom e Alex che avevano voglia di successo.
Erano tutti giovani. Non più di vent’anni.
Da oggi,
le loro madri
non metteranno più il
solito piatto sulla tavola.
Per ciascuna di loro ci sarà un vuoto terribile ed
incolmabile.
E per me?
Beh, io so di morire innocente,
so che qualcuno mi ha fatto del male,
e mentre attendo ormai solo l’impatto
mi sento un uomo con il cuore nuovo
perché per quattrocento metri
o mio Signore
ti ho supplicato di perdonarli.
E' interessante cogliere la doppia essenza del racconto,di per sè edificante e chiarificatore: il perdono verso coloro che ci offendono,ledono o addirittura uccidono (lezione somma degli insegnamenti di Gesù Emmanuele,in cui Dio si è compiaciuto) e l'appuntamento col Destino; inutile correre,sbraitare,fissare tremila appuntamenti con specialisti e medici di base.Quando la Mietitrice busserà al nostro uscio,non avremo scampo,e avverrà non un secondo prima non un secondo dopo. Ale
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