Volo ormai libero
in quest’aria newyorchese
e solo la mia cravatta frivola
che svolazza
sembra legarmi ancora
a quel mondo di prima.
Chissà perché penso a Max
che faceva i panini al bar dell’angolo
e all’ascensorista della Torre Nord che mi sorrideva sempre;
mi viene in mente anche Mary del piano di sotto
con quei corti capelli scolpiti col gel;
e poi Malcom e Alex che avevano voglia di successo.
Erano tutti giovani. Non più di vent’anni.
Da oggi,
le loro madri
non metteranno più il solito piatto sulla tavola.
Per ciascuna di loro ci sarà un vuoto terribile ed
incolmabile.
E per me?
Beh, io so di morire innocente,
so che qualcuno mi ha fatto del male,
e mentre attendo ormai solo l’impatto
mi sento un uomo con il cuore nuovo
perché per quattrocento metri
o mio Signore
ti ho supplicato di perdonarli.
E' curioso come ciascun essere umano abbia il suo preciso istante di dipartita, legato a situazioni e circostanze disparatissime;chissà se tutti,nel momento fatale,riescono a formulare pensieri profondi e nobili,chissà se davvero si vede passare la vita davanti agli occhi,in pochi decimi di secondo... Tutti vivremo il "grande salto",alcuni di noi forse lo trasformeranno,senza volerlo,in una spettacolare apoteosi di buoni sentimenti;altri forse lo accetteranno in silenzioso ossequio,andandosene in punta di piedi.Alcuni di noi probabilmente affogheranno,per brevissimi attimi, nel panico.Per magari realizzare felicemente,pochi istanti dopo,che l'Ultimo Portale è la soglia dell'Infinito. Ale
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