Non c’era una volta
una principessa
che attendeva il suo principe azzurro.
Non c’era nemmeno
una bambina vestita di rosso
che attraversava un bosco
per andare dalla sua nonna
con la paura del lupo cattivo.
Né tantomeno c’era
un burattino che diventò bambino
per il volere di una fata.
O un drago sputafuoco
a difesa di un castello.
O un gatto che indossava stivali magici.
O una pianta di fagioli che cresceva a dismisura.
O sette nanetti che cercavano chissacosa in una miniera.
O un bambino che volava
alla ricerca di un’isola che non c’è.
Non c’era una volta.
Non c’è mai stata.
Se non nella furba fantasia
di qualche scrittore morto di fame.
C’era una volta,
quella sì,
la loro povertà:
misera,
terrena,
puerile.
E siamo qui riuniti
in questa poesia,
per seppellirla.
Per la seconda volta.
Tutti insieme.
Felici e contenti.
Alvaro.
una principessa
che attendeva il suo principe azzurro.
Non c’era nemmeno
una bambina vestita di rosso
che attraversava un bosco
per andare dalla sua nonna
con la paura del lupo cattivo.
Né tantomeno c’era
un burattino che diventò bambino
per il volere di una fata.
O un drago sputafuoco
a difesa di un castello.
O un gatto che indossava stivali magici.
O una pianta di fagioli che cresceva a dismisura.
O sette nanetti che cercavano chissacosa in una miniera.
O un bambino che volava
alla ricerca di un’isola che non c’è.
Non c’era una volta.
Non c’è mai stata.
Se non nella furba fantasia
di qualche scrittore morto di fame.
C’era una volta,
quella sì,
la loro povertà:
misera,
terrena,
puerile.
E siamo qui riuniti
in questa poesia,
per seppellirla.
Per la seconda volta.
Tutti insieme.
Felici e contenti.
Alvaro.
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